Nei laghi e nei fiumi del nord Italia si è diffusa rapidamente una pianta non autoctona che provocherebbe danni agli ecosistemi: la peste d’acqua.
Cresce la preoccupazione nel nostro Paese per la diffusione di una pianta negli specchi d’acqua che provocherebbe danni irreparabili agli ecosistemi. Si tratta della Elodea nuttallii, nota anche come peste d’acqua.
La presenza di questa pianta, di origine americana, sarebbe stata segnalata già nei laghi e nei fiumi di diverse zone italiane. L’ultimo avvistamento nel lago Maggiore. Gli esperti hanno segnalato la problematica ed hanno spiegato come agire nel caso venga ritrovata.
Dopo quello delle scorse settimane relativo all’invasione del granchio blu nelle acque italiane, scatta un nuovo allarme in Italia. Fiumi e laghi sono, difatti, stati infestati dalla Elodea nuttallii, pianta di origine americana conosciuta anche come peste d’acqua.
La pianta in questione si è diffusa a macchia d’olio in numerosi bacini del nord della Penisola, compreso il Lago Maggiore. A provocarne la diffusione sarebbe stato, secondo gli esperti, come riporta la redazione de Il Secolo XIX, lo svuotamento degli acquari casalinghi: la Elodea nuttallii, difatti, è molto utilizzata al loro interno come pianta ornamentale. Un fenomeno che potrebbe provocare danni molto gravi all’ecosistema: questa pianta, in grado di adattarsi alle condizioni climatiche anche più estreme e proliferare rapidamente, andrebbe a sottrarre l’ossigeno alle altre specie vegetali presenti nelle acque facendole scomparire.
Gli ultimi avvistamenti della specie sono stati nel Lago Maggiore, dove sarebbe arrivata attraverso il fiume Toce. Per cercare di arginare la diffusione e rimuoverla dalle acque stanno lavorando i membri dell’ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore.
Proprio i membri dell’ente hanno spiegato come bisogna agire se si avvista la peste d’acqua. La raccomandazione è quella di non rimuoverla autonomamente, ma contattare subito gli esperti poiché provando a strappare l’alga, senza le dovute precauzioni, potrebbe portare ad una diffusione più rapida della pianta.
Non si tratta della prima volta che la peste d’acqua viene segnalata nel nostro Paese, già lo scorso anno si era registrata la sua diffusione nelle acque del Po.
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