Arriva da Legambiente l’analisi annuale sulla presenza e l’invasività dei pesticidi in frutta e verdura. Tutti i numeri emersi dal report Stop Pesticidi 2022
Il problema legato alla produzione agricola è quello di avere in tavola prodotti che siano sicuri e che per quanto possibile non contengano residui di pesticidi. L’utilizzo di sostanze chimiche aggressive è diventato sempre più comune soprattutto per riuscire ad avere una produzione adeguata non tanto nella quantità ma nell’aspetto estetico e nella durata dei prodotti che devono soddisfare tutta una serie di requisiti anche di natura cosmetica.
E se durante la pandemia tanti hanno imparato a leggere meglio le etichette e molti hanno deciso di provare almeno in parte ad acquistare prodotti biologici privi di pesticidi, la crisi generata dalla guerra in Ucraina ha di certo costretto tante famiglie a ridurre anche il budget alimentare. Ma cosa c’è davvero sulla buccia e all’interno della frutta e della verdura in commercio?
Tutti i dati sui pesticidi dallo studio Legambiente
Come ogni anno, anche in questo 2022, Legambiente ha pubblicato il suo report dal titolo quanto mai inequivocabile: Stop Pesticidi. Un primo dato che è emerso dal report è che di tutti gli oltre 4.000 campioni di alimenti di origine vegetale e animale che sono stati sottoposti a controllo il 54,8% risulta privo di qualunque sostanza e che scende al 1% la quantità di quei campioni in cui i pesticidi sono risultati oltre la soglia del consentito. Potrebbe questo sembrare un dato positivo ma significa anche che c’è un’altra a metà di quello che arriva sulla tavola che contiene almeno un pesticida.
Andando a guardare la tendenza rispetto all’anno scorso si nota come siano in crescita i prodotti in cui si registrano uno o più fitofarmaci. Tra le categorie, quella più colpita risulta essere la frutta dove sette campioni su 10 sono contaminati da uno o più residui di pesticidi. E nell’ambito della frutta e della verdura i tre prodotti con il maggior numero di campioni in cui è stata riscontrata la presenza di pesticidi ci sono l’uva da tavola, le pere e i peperoni.
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Eppure, come fanno notare sempre all’interno del comunicato stampa, riuscire a ridurre l’utilizzo delle sostanze chimiche nocive non è difficile: ” E’ ampiamente dimostrata la possibilità di ridurne l’utilizzo sia attraverso le strategie di lotta integrata che ricorrendo a tecniche di intervento o prevenzione alternative, tra cui: l’applicazione di corrette pratiche di gestione agronomica, l’agricoltura biologica, l’utilizzo di specie antagoniste e fitofarmaci di origine naturale”.