Un test condotto su varie marche di riso ha permesso di rilevare la presenza di pesticidi e metalli pesanti: è accaduto in Germania.
Il fatto che il cibo che acquistiamo al supermercato possa non esser salutare per il nostro organismo è uno scenario assolutamente impensabile agli occhi dei più. Spesso e volentieri, nel momento in cui comperiamo un determinato prodotto, non ci prendiamo neanche la briga di ispezionarlo per sommi capi, convinti che esso non possa arrecare alcun danno alla nostra salute.
Eppure, un recente test che ha coinvolto una serie di marchi di riso tedeschi ha evidenziato come, alle volte, valga la regola del “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”. È stata la rivista dei consumatori Öko-Test, nello specifico, a condurre lo studio analizzando ben 21 marche di riso.
Ciascuna di queste è stata analizzata anche nelle sue varianti di riso integrale e basmati. Con un totale di 11 marchi biologici su 21, l’obiettivo dei promotori del test era quello di stabilire se il riso confezionato dalle aziende prese in esame presentasse sostanze nocive al suo interno.
Purtroppo, come amaramente constatato dagli esperti che si sono occupati della questione, i risultati raccolti erano ben lontani da quello che sarebbe potuto apparire come un quadro “salutare”. Vi lascerà a bocca aperta, nella fattispecie, lo scoprire quanti pesticidi e metalli pesanti fossero presenti nei prodotti delle suddette marche.
La rivista dei consumatori Öko-Test, occupatasi di condurre l’indagine, ha analizzato un totale di 21 marchi di riso (di cui 11 biologici) di provenienza tedesca. Per ciascuno dei suddetti marchi sono stati ispezionati 7 campioni di riso basmati, riso per risotto e riso integrale. I risultati dello studio – atti a valutare se i prodotti presi in esame contenessero o meno sostanze nocive -, purtroppo, sono stati ben più agghiaccianti delle previsioni.
Si è scoperto, infatti, che due dei marchi biologici analizzati erano ben oltre la soglia consentita di pesticidi, metalli pesanti (quali cadmio e arsenico) e aflatossine (le quali possono formarsi in qualità di prodotti metabolici della muffa). Dati a cui i promotori del test non avrebbero mai pensato di arrivare, specie considerando che le marche incriminate sono risultate essere due di quelle che perseguivano una filiera biologica.
Nello specifico, il marchio Bio Sonne ha superato i limiti consentiti per quel che concerne la presenza del pesticida 1,2-dicloroetano. Si tratta di una sostanza classificata come cancerogena, e per questo inclusa dall’Ue nell’elenco delle sostanze “estremamente preoccupanti”. Con ogni probabilità, i container all’interno dei quali viaggiano le confezioni di riso vengono trattati proprio con il suddetto pesticida, al fine di proteggere il prodotto dagli attacchi dei parassiti.
Il marchio Rapunzel, invece, ha oltrepassato il limite per quel che concerne il cadmio. Questo metallo pesante, nel caso in cui venisse ingerito in quantità eccessive, potrebbe arrivare a causare serie problematiche alle ossa, al sistema nervoso, e persino a quello immunitario.
Per entrambe le aziende produttrici di riso, ovviamente, è stata disposta l’immediata sospensione delle attività. Sia Rapunzel che Bio Sonne, una volta preso visione dei risultati del test, non hanno potuto far altro che ritirare dal mercato le tipologie di riso incriminate.
Non è sicuramente il primo caso di prodotti contaminati di cui ci sia capitato di parlarvi, ma è sicuramente quello che suscita maggior scalpore, a fronte del fatto che i due marchi incriminati erano persino biologici. L’ultima questione che rimane da chiarire, a tal riguardo, sono proprio i danni che l’ingerimento di riso ricco di pesticidi e metalli pesanti potrebbe comportare in termini di salute.
Un team di esperti tedeschi, chiamato ad esprimersi sulla questione, ha valutato il rischio sulla base dell’indice TTC (valore soglia con rilevanza tossicologica). Le conclusioni a cui gli studiosi sono giunti sono le seguenti: il riso contaminato dei suddetti marchi sarebbe in grado di produrre “un danno acuto alla salute di bambini e adulti“.
L’indagine condotta da Öko-Test, a fronte di questo scenario, non può che apparirci in tutta la sua importanza. Senza la suddetta ricerca, con ogni probabilità, i consumatori tedeschi avrebbero continuato ad acquistare i marchi incriminati, ignari di star mettendo in pericolo la loro stessa salute.
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