La mobilità ecosostenibile, dopo aver coinvolto praticamente ogni mezzo di trasporto, tocca anche l’ambiente marittimo con la prima petroliera elettrica. Lo stoccaggio di energia offre i vantaggi più ovvi per le navi con un profilo operativo molto variabile, come le navi a corto raggio o costiere, piuttosto che quelle che tendono a una velocità costante a lungo raggio. Ma alcuni progetti pionieristici potrebbero dimostrare che anche le grandi navi cisterna possono beneficiare delle installazioni di batterie. E la notizia che arriva dal Giappone ha confermato l’arrivo tra il marzo 2022 e il 2023 della prima petroliera a batteria della storia, progettata da Asahi Tanker e destinata a solcare le acque della Baia di Tokyo per il trasporto di carburanti tradizionali.
Dopo il porto elettrico, che nascerà in Lombardia, ecco che il mondo green tocca un altro aspetto della navigazione marina come quello delle petroliere. Le specifiche della petroliera elettrica si rifanno alle “e5 tanker” messe a punto dal consorzio composto da Exeno, Yamamizu, Mol, Mitsubishi e appunto Asahi e prevedono una lunghezza di 60 metri, una larghezza di 10,3 metri, 2 motori a elica azimutali da 300 kW e due eliche laterali da 68 kW. La stazza lorda è di 499 tonnellate e la batteria è agli ioni di litio da ben 3.500 kWh di capacità. Oltre ad essere completamente elettriche, le due navi utilizzeranno sistemi di automazione volti a migliorare l’efficienza operativa e a ridurre il carico di lavoro dell’equipaggio.
Un passo in avanti importante che potrebbe rivoluzionare il settore dei trasporti che, nei prossimi anni, si appresta a diventare sempre più green. Insieme al treno a idrogeno, che ha già effettuato diversi test, adesso anche le grandi navi sembrano sposare l’ecomonbilità. Il primo natante a propulsione elettrica risale a 1839, quando l’inventore tedesco Moritz von Jacobi – in una dimostrazione sul fiume Neva a San Pietroburgo davanti allo Zar Nicola I – presentò un battello capace di trasportare 14 passeggeri ad una velocità di circa cinque km/h. Tra il 1880 e il 1920, la propulsione elettrica fu largamente utilizzata come principale alternativa alla vela per le piccole imbarcazioni, per poi essere rimpiazzata dai motori a benzina. Oltre a non avere nessun tipo di emissione allo scarico, anticipando di decenni tutti gli obiettivi ambientali della International Maritime Organization (IMO), la nave punterà su una forte automazione delle operazioni, con l’obiettivo dichiarato di semplificare al massimo la vita di bordo e le attività più critiche come il carico e lo scarico dei carburanti.
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