Purtroppo non è stato possibile bloccare la marcia del petrolio lungo le acque del Lambro: il liquido tossico si è già riversato nel fiume Po. Al momento la macchia si è estesa oltre il tratto piacentino. Ora che il danno è fatto -anche se si cerca in tutti i modi di contenerlo- si cerca di individuare le dinamiche. Intanto, ha fatto scalpore il fatto che l’azienda “Lombarda Petroli” abbia rallentato le operazioni di contenimento, peggiorando la situazione. E spunta una richiesta inoltrata lo scorso anno per uscire dall’elenco di aziende vincolate dalla normativa Seveso. Forse per eludere manutenzione e controlli, ma perchè? Il mistero s’infittisce.
In attesa di conoscere gli sviluppi di questa tragedia ambientale, diamo intanto voce a quegli enti da sempre vicini alla questione ambiente. Il WWF non poteva certo non commentare quanto accaduto. “La valle del fiume Po è la più importante regione agricola in Italia“, e la ragione è tutta dalla sua parte: il Po viene ampiamente utilizzato per l’irrigazione dei campi, ma non solo. E’ anche habitat per molte specie animali come pesci, anatre selvatiche e aironi, che in questo periodo iniziano a nidificare lungo gli argini del Po e che quindi sono i soggetti più a rischio. Molte anatre, ancora sporche di gasolio, sono state strappate dal fiume e ripulite, per poi essere messe in salvo presso rifugi per animali gestiti dalla Regione.
Il Presidente nazionale del partito dei Verdi, Angelo Bonelli, non riesce a trattenersi da dire la sua: “Denunciamo con profondo sdegno che il Parlamento, il 2 febbraio 2010, ha approvato una legge che depenalizza il reato di scarico industriale nelle acque. In pratica chi scaricherà inquinanti oltre i limiti consentiti dalla legge se la caverà semplicemente con una multa che va da 3mila a 30mila euro“. Onestamente, a quella cifra io aggiungerei anche qualche anno di galera. Evidentemente non è d’accordo il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ritiene anzi “vergognoso l’attacco dei Verdi su una presunta depenalizzazione degli scarichi industriali che sarebbe stata attuata dal governo. In un momento in cui la Pianura padana è in piena emergenza inquinamento, queste accuse hanno il sapore indegno di una speculazione su una tragedia ambientale“.