Il pettirosso può arricchire il giardino in autunno ed inverno. Lo si può invogliare a tornare con dei semplici trucchi che ne aiutano la sopravvivenza
I giardini delle case durante l’autunno e l’inverno diventano incredibilmente più tristi. Perdono i colori della primavera, la luce dell’estate, ed anche parte della biodiversità. Sembra che tutta la natura si sia addormentata, ed in parte è anche vero. Tuttavia non tutti gli animali vanno in letargo. In particolare pochi volatili lo fanno, preferiscono migrare verso le aree più calde per poi tornare. Il pettirosso invece permane nel suo habitat anche in autunno ed inverno, anche se ha maggiori difficoltà a procacciarsi del cibo, per cui potrebbe avvicinarsi alle abitazioni per ‘elemosinare’ qualcosa.
E se si ama l’idea di avere questo piccolo e coloratissimo volatile con sé si possono sperimentare dei piccoli trucchi per farlo ritornare, almeno nelle stagioni più difficili da affrontare. Il pettirosso è un piccolo uccello diffuso in Eurasia e Nordafrica. Il suo piumaggio è colorato di un verde oliva, che sul petto e sulla fronte assume una colorazione arancione brillante, mentre il ventre è di colore bianco sporco. questo è l’aspetto degli adulti. I giovani sono più macchiettati e non hanno il petto spiccatamente arancio, da cui proviene il nome comune pettirosso. Il nome scientifico è Erithacus rubecula.
Durante inverno ed autunno il pettirosso potrebbe avere maggiori difficoltà a procacciarsi del cibo. Dunque, fargli trovare del cibo sul proprio balcone, in una mangiatoia apposita, o comunque in un luogo che egli reputa sicuro, è un modo per farlo tornare. È ghiotto di insetti, ma vanno bene anche briciole di pane, palline di grasso confezionate appositamente, semi. È importante non dimenticare di lasciare al pettirosso una ciotola con dell’acqua fresca.
Senza dubbio è bello e gratificante avere il pettirosso che gironzola nel giardino. Tuttavia la prospettiva animalista e di rispetto per le specie ricorda che è bene supportarlo con il cibo durante le stagioni fredde, quando ha maggiore difficoltà a reperire cibo. Ma si deve interrompere la pratica in primavera ed estate. Altrimenti perderà la capacità di procacciarsi il cibo da solo, dunque l’autosufficienza necessaria alla sopravvivenza.
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