Phytomining, dagli esperti è definita come la nuova frontiera per la transizione green. Ma andiamo con ordine, giusto per fare chiarezza sulla vicenda.
Hai mai sentito parlare del phytomining? Sarebbe secondo gli esperti una valida soluzione per far venire meno un problema ingombrante quale la presenza dei metalli nei terreni. Questa idea ci viene prospettata dagli esponenti del Center for Strategic and International Studies, che hanno analizzato e sottolineato le potenzialità del cosiddetto phytomining.
Ma cosa si intende con tale processo? L’utilizzo di certe specie di piante per estrarre metalli. In questo modo verranno “succhiati” dal terreno e accumulati nelle radici, nelle foglie o nella corteccia. Una tecnica che aiuta altresì per l’approvvigionamento di minerali critici necessari per la produzione di batterie e tutto ciò di cui ne richiede la produzione.
Phytomining, perché è la nuova frontiera per la transizione green
L’estrazione dei metalli con le piante risale agli anni ’80 ma è oggi che ha catturato particolarmente interesse a causa dell’aumento notevole del costo delle materie prime. Le piante che favoriscono tale fenomeno sono definite “iperaccumulatori”; possono raccogliere nichel, cobalto, selenio solo per citarne alcune.
Il phytomining potrebbe offrire una soluzione al problema, ovviando anche a preoccupazioni di stampo ambientale e sociale. Dato che i depositi di minerale di bassa qualità diventano sempre più importanti considerando l’elevata domanda, il phytomining potrebbe ridurre la necessità di aprire nuove miniere di stampo tradizionale e questo ovviamente donerà sollievo all’ambiente che ci circonda.
Ma non solo, il phytomining – come è facilmente intuibile – potrebbe cooperare nella bonifica di siti minerari esausti e fornisce allo stesso tempo nuovi metalli, un equilibrio perfetto. Gli iperaccumulatori hanno un ruolo davvero speciale: deputati all’assorbimento dei metalli di scarto, se viene fatto prima si eviterà che questo scarto vada a finire nelle acque sotterranee.
E l’agricoltura?
In questi termini, l’agricoltura tradizionale nei terreni limitrofi, la si può eseguire senza alcun tipo di problema ossia senza conseguenze pregiudizievoli. I contaminanti nel suolo e nelle acque sotterranee sono ridotte e si previene l’erosione superficiale. Il phytomining potrebbe anche aiutare a compensare i prezzi legati all’estrazione mineraria. Grazie al phytomining sarà possibile procedere all’estrazione mineraria in luoghi che altrimenti non sarebbero appetibili economicamente.