Cosa accadrebbe se la Russia tagliasse del tutto la fornitura del gas all’Italia? Il Governo è pronto con il piano Austerity
Molte le preoccupazioni che gravano sul popolo italiano, tra le più impellenti indubbiamente la questione gas. A fronte dell’attuale situazione russa è normale chiedersi cosa accadrebbe nel caso in cui decidesse di chiudere definitivamente la fornitura di gas all’Italia. Oltre il crescente timore al solo pensiero, il Governo sembrerebbe avere un piano B pronto all’azione, ovvero il piano Austerity. Come riportato dal vocabolario Treccani: “Nel linguaggio economico […] indicare qualsiasi politica di restrizione dei consumi ed eliminazione degli sprechi, attuata in periodi di crisi per ottenere il risanamento economico“.
Insomma restrizioni per cittadini e imprese che oltre al danno dovranno subire anche la beffa. Tutto questo nasce a seguito della comunicazione da parte di Eni della riduzione di un terzo dei volumi di gas da parte di Gazprom per l’Italia. Per questo sempre più crescente la paura e non solo in Italia, dello stop definitivo da parte del Cremlino. Per questo il Governo è ponto se tale eventualità dovesse presentarsi a contromisure.
Secondo Il Messaggero e la Repubblica sono vari i punti toccati dal piano emergenza gas proposto da Draghi. Questi riguarderanno sia le industrie sia i cittadini. Nel caso in cui dalla fase di pre-allarme nella quale il Paese si trova attualmente, si dovese passare alla vera e propria emergenza, queste potrebbero essere le richieste che verranno fatte:
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Non solo, infatti si dovrà anche capire bene la situazione del settore residenziale che ad oggi rappresenta il 30% dei consumi e il 12% delle emissioni. “L’Italia ha un patrimonio immobiliare importante e antico, non siamo un paese dove si buttano giù gli edifici ogni 10 anni. Ma andranno fatti grandi cambiamenti” commenta Cingolani, Ministro per la Transizione ecologica, riguardo il risparmio energetico degli edifici. Inoltre aggiunge che “per il momento si mantiene uno stato di preallerta necessario al monitoraggio costante dei flussi, senza alcun bisogno di misure emergenziali e di un passaggio allo stato di allerta” continuando “non è prevista l’attuazione di piani di emergenza energetica con misure di risparmio straordinarie, come riportato da diversi quotidiani“.
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Nel frattempo già da maggio, fino al marzo 2023, gli uffici pubblici esclusi gli ospedali, dovranno attenersi ad una regolamentazione per la climatizzazione sia estiva che invernale, ovvero una massima di 27°C e una minima di 19°C. Anche Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha commentato la situazione: “Dobbiamo prepararci a nuove interruzioni di gas da parte di Mosca, persino all’interruzione completa“.
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