La pianta del caffè oltre a produrre una delle bevande più amate dagli italiani può anche essere tenuta in casa come ornamento: come curarla
Le origini della pianta di caffè si attribuiscono all’Etiopia, in Arabia e in Egitto. Soltanto nel Seicento giunse in Europa, si tratta di una pianta tropicale che può arrivare fino ai 10 metri di altezza. Tuttavia, viene coltivata mantenendola a circa 2 metri in modo tale da agevolarne la raccolta. Esistono tantissime varietà, ma soltanto due servono alla produzione del caffè: la Coffea arabica e la Coffea canephora.
Dalla prima si ricava un caffè di qualità eccellente, aromatico, con sapore meno amaro e più persistente. La percentuale di caffeina è dell’0,9-1,7%. Dalla canephora, detta anche “robusta”, si ottiene un caffè molto corposo, con un gusto molto amaro. Inoltre, la percentuale di caffeina è certamente più elevata e va dall’1,6 al 2,8%. Quest’ultima, poi, è in grado di resistere meglio alle condizioni climatiche avverse e cresce a 200-300 metri sul livello del mare.
La pianta del caffè può essere coltivata anche in casa, le sue foglie, infatti, sono lucide e di un bel verde brillante. Questo, dunque, la rende perfetta per decorare la casa e darle sicuramente un tocco di classe. A tale scopo sarebbe da preferire quella arabica poiché si adegua maggiormente all’ambiente casalingo.
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In appartamento si coltiva in vaso, si tratta di varietà sempreverdi che in genere non producono né frutti né fiori. Questa pianta ha però bisogno di temperature parecchio alte e con livelli di umidità elevati, oltre che a necessitare di tanta illuminazione. Tale arbusto non può mai scendere al di sotto dei 14°C, la temperatura perfetta è compresa tra i 18 e i 21°C.
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La pianta del caffè fiorisce negli ultimi giorni di primavera ed ha una meravigliosa forma a stella e i suoi fiori sono di uno splendido bianco candido. È fondamentale annaffiarla periodicamente e abbondantemente, soprattutto in estate. Inoltre, nei mesi caldi è importante anche somministrarle del fertilizzante ricco di potassio ogni due settimane. Mentre, in inverno, bisogna immettere nel terriccio dello stallatico maturo. Poi, è necessario anche sfoltire regolarmente le foglie in eccesso, in modo tale da permetterle sempre una corretta ventilazione. Invece, il rinvaso va effettuato quando le radici escono al di fuori dei fori di drenaggio.
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