Le norme italiane su altezze e distanze delle pianate di confine. Per sapere come agire quando il vicino fa di testa sua.
Spesso chi ha una casa con giardino si è trovato nella condizione di dover discutere con il proprio vicino a causa delle pianate di confine; troppo alte, troppo sporgenti nei casi più estremi possono anche provocare problemi di umidità o le radici possono possono allargarsi fino a rialzare nella nostra parte di giardino. Per quanto belle e utili possano essere le piante e gli alberi in questi casi possono diventare davvero molto fastidiose.
E a volte a nulla vale presentare il problema al vicino che non fa nulla per rimediare e allora l’unica cosa che si può davvero fare è attingere all’ordinamento italiano perché sì, il Codice Civile va a regolarizzare anche altezza, distanza e così via riguardo alle piante di confine e non solo. Quelle che vedremo sono quindi norme che valgono sull’intero territorio nazionale, ma va chiarito che le norme possono essere anche più stringenti se i regolamenti attuati dagli Enti locali lo prevedono.
La legge impone limiti in base alla tipologia di pianta; va da sé che è garantito ad un albero un’altezza ben maggiore rispetto a quella che si può avere di una siepe e così via. A loro volta, i limiti di altezza vanno ad influenzare anche quelli di distanza rispetto a dove possono essere piantate e che dipendono appunto dall’ampiezza che possono raggiungere.
Si deve tener conto poi se sono le pianate stesse a delimitare il confine tra le due proprietà o se, invece, c’è un muro o una staccionata. Regole diverse ma che bisogna conoscere proprio per evitare problemi con il vicinato o nel caso sapere come agire.
Partendo dagli alberi qui il codice civile distingue in due categorie: alberi di alto fusto e alberi di basso fusto. Nel primo caso rientrano noci, castagno, querce, pini ma anche cipressi pioppi e platani; la norma qui esplicita che in virtù delle loro caratteristiche non esiste un limite di altezza ma non devono superare i 3 metri di distanza dal confine. Nel secondo caso rientrano le altre tipologie di alberi che non possono superare i 3 metri in altezza e devono superare la distanza di un metro e mezzo dal confine.
Per quanto riguarda le siepi e le altre piante, invece, la normativa -che è sempre l’articolo 892 del codice– dice che se si tratta di siepi piantate a meno di un metro e mezzo dal confine allora non devono superare i 3 metri di altezza, le siepi più basse e che addirittura non arrivano al metro e mezzo possono distare dal confine anche solo 50 centimetri.
Secondo la normativa la distanza va calcolata dal punto di confine delle proprietà fino alla base esterna del tronco dell’albero al momento della piantagione o dalla linea in cui è avvenuta la semina.
Cosa succede se c’è un muro divisorio? Le distanze fino ad ora dette non vanno più considerate, in ogni caso le piante non devono superare la sommità del muro posto a confine, ragion per cui, in caso di presenza di un muro, si va a limitare l’utilizzo di certe piante in sua prossimità, ma sicuramente sono impiantabili i fusti considerati alti in quanto sicuramente vanno a superare l’altezza del muro.
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