Il sogno della Luna domina il cuore degli esseri umani sin dall’antichità. Probabilmente in maniera più intensa dal primo allunaggio del ’69. Molte ricerche si sono orientate sul cercare nel satellite terrestre una “periferia” abitabile del pianeta, ma gli alti costi delle sperimentazioni e la prudenza non esattamente tipica dei giorni d’oggi non hanno portato ancora nulla di concreto.
Ma una piccola evoluzione c’è stata. Un gruppo di studiosi dell’Università della Florida ha avvicinato un po’ di più l’uomo al suo sogno di colonizzare la Luna. Da molto tempo si guarda al suolo lunare non più solo come la destinazione di un immaginario romantico, ma anche come soluzione alla crisi climatica attuale. Molte specie vegetali ormai sono state depauperate del proprio habitat naturale, e gli allevamenti intensivi concorrono copiosamente a neutralizzare il polmone mondiale, l’Amazzonia. Chiedere una riduzione dei consumi sembra impossibile – anche se è la strada più semplice da praticare – per cui si tentano soluzioni alternative. Come la carne sintetica o le piante coltivate su suolo lunare.
Come si sono adattate le piante coltivate sul suolo lunare?
L’esperimento è stato tentato per la prima volta nella storia. Alcuni semi di arabetta comune, pianta molto versatile ed adattabile, sono stati seminati su terriccio lunare, proveniente dalle spedizioni di oltre 50 anni fa. Il risultato è che le piantine sono cresciute, ma il terreno lunare, secondo la rivista Focus, non è apparso così ospitale.
In contenitori delle dimensioni di un ditale è stato inserito il materiale proveniente dalle missioni dell’Apollo 11, 12 e 17. La biologa molecolare che si è occupata degli esperimenti, Anna-Lisa Paul, racconta che per avere in prestito dalla Nasa questo prezioso materiale, la regolite, ci sono voluti 11 anni. Ma alla fine ce l’hanno fatta.
L’amministratore della NASA, Bill Nelson, ha affermato che “questa ricerca è fondamentale per gli obiettivi di esplorazione umana a lungo termine della NASA poiché dovremo utilizzare le risorse trovate sulla Luna e su Marte per sviluppare fonti di cibo per i futuri astronauti che vivono e operano nello spazio profondo”.
L’esperimento è stato condotto parallelamente ad un campione di confronto. E’ stata simulata la regolite con minerali e terriccio provenienti dalla Terra. Il risultato è che dopo pochi giorni tutte le piantine sono germogliate, ma quelle sul vero suolo lunare sono risultate meno in salute. In definitiva è senza dubbio un passo importante, specialmente per la speculazione scientifica, ma cercare nella Luna una colonia della Terra è ancora un obiettivo molto lontano.