L’esperto cacciatore sente un lamento disperato provenire dalla caverna: quello che ha trovato nascosto al suo interno ha avuto l’effetto di spiazzarlo completamente. Una storia che lascia sbalorditi.
Save Animals, quotidianamente, fornisce agli iscritti al canale YouTube dei racconti che non mancano di lasciare gli utenti senza parole. Storie incredibili in cui i nostri amici pelosi in difficoltà vengono salvati in extremis, ma anche vicissitudini di uomini e donne coraggiosi, i quali, di fronte ad esemplari feriti, non si tirano indietro e tentano il tutto per tutto pur di aiutarli.
Una delle ultime narrazioni comparse sulla pagina YouTube, nella fattispecie, ha attratto la nostra attenzione nel giro di un attimo. Il protagonista dell’assurda vicenda – di cui non sono state fornite né le coordinate geografiche, né quelle temporali – è un cacciatore esperto ritrovatosi tutto solo nel bel mezzo di un bosco.
Un contesto sicuramente non atipico per l’uomo, abituato da parecchi anni a muoversi in autonomia durante le sue battute di caccia. Eppure, quella particolare mattinata si è rivelata essere una delle più stravaganti mai vissute dal cacciatore, e tutto a causa di un incontro inaspettato.
Proprio mentre si trovava nei pressi di una grotta, il nostro protagonista ha riferito di aver sentito un pianto disperato proveniente dall’interno della cavità. Non riuscendo a comprendere cosa stesse producendo quel rumore, il cacciatore ha deciso di entrare nella grotta stessa, consapevole dei rischi che avrebbe potuto correre. Quello che vi ha trovato, con suo grande stupore, era di gran lunga distante rispetto alle aspettative.
Il pianto disperato udito dal cacciatore, come narrato in una clip postata da Save Animals, lo ha spinto ad entrare nella grotta senza alcun ripensamento. Consapevole di star correndo un rischio enorme, l’uomo ha deciso in ogni caso di seguire il suo istinto e di varcare l’accesso della cavità. Quei lamenti, d’altro canto, non avrebbero mai potuto lasciarlo indifferente. La sorpresa che di lì a breve si sarebbe materializzata di fronte ai suoi occhi, di certo, era qualcosa di totalmente inaspettato.
Nella grotta, infatti, era rannicchiato un tenero cucciolo d’orso ferito ed indifeso, che non sembrava avere la benché minima intenzione di uscire allo scoperto. Immediatamente, il nostro protagonista ha cercato di trovare uno stratagemma per convincere l’animale ad abbandonare la grotta, così da poterlo aiutare. A tale scopo, il cacciatore si è munito di un bastone di legno, col quale ha gentilmente sospinto l’orsetto al di fuori del suo nascondiglio.
Quando l’esemplare si è reso conto di potersi fidare del suo amico umano, ha iniziato a seguirlo praticamente in ogni dove. È stato proprio così che i due, inizialmente diffidenti l’uno nei confronti dell’altro, sono divenuti grandi amici. Il predatore, che mano a mano si faceva sempre più grande e possente, ha continuato ad essere un vero e proprio cucciolo agli occhi del suo salvatore, dal quale non si è separato per parecchio tempo.
Nonostante i due, alla fine, siano stati costretti ad intraprendere strade diverse, l’amicizia instauratasi tra l’orso e il cacciatore contribuisce ad alimentare le nostre speranze nei confronti dell’umanità. In giornate in cui giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia dell’uccisione dell’orsa Amarena, questo episodio testimonia quanto esseri umani ed animali, se solo lo desiderassero, potrebbero convivere più che pacificamente.
Sebbene le loro imponenti dimensioni lascino pensare esattamente il contrario, gli orsi arrivano raramente ad attaccare gli esseri umani. Nella stragrande maggioranza delle circostanze, infatti, i loro comportamenti risultano essere nient’altro che false aggressioni (come quella di cui ti avevamo parlato in questo articolo, verificatasi nel comune di Sella Giudicarie).
Questi predatori, se possono, tendono a rimanere a debita distanza dall’uomo, evitando di incrociarne il cammino. Solo nel momento in cui si sentono attaccati o avvertono che il loro territorio è stato minacciato, gli orsi potrebbero arrivare a reagire in modo aggressivo.
Si tratterebbe, tuttavia, di un puro e semplice meccanismo di autodifesa, e non della volontà di attaccare l’uomo per cibarsene (come spesso e volentieri si è portati a credere). Il più delle volte, infatti, tali animali tendono a comportarsi in modo del tutto innocuo con gli individui che incontrano.
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