Una notizia terribile proviene ancora dagli Stati Uniti. Non abbiamo nemmeno fatto in tempo a lasciarci le spalle la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon che subito fa capolino un altro problema legato al petrolio. Un’altra esplosione. Altre fuoriuscite. Fortunatamente non delle dimensioni di quelle della piattaforma BP, però, incidente che la dice lunga sulla pericolosità di questo maledetto petrolio. L’incidente è avvenuto a largo delle coste della Louisiana, a 80 miglia a sud di Grand Isle.
Ma andiamo con ordine: intorno alle 9:00 di mattina americane, si è verificata un’esplosione alla piattaforma Vermilion Oil 380, di proprietà della Mariner Energy, sempre nel Golfo del Messico. Nell’incidente, 13 operai sono stati coinvolti ma per fortuna 12 sono praticamente illesi, mentre uno è rimasto ferito. C’è di buono (se così si può dire) che la piattaforma non stava lavorando il petrolio, per cui, le fuoriuscite sono inferiori a quelle che sarebbero potute essere.
Naturalmente, gli interventi di ripristino sono stati tempestivi. La Casa Bianca, però, riesce a malapena a contenere l’imbarazzo per questa nuova tragedia ambientale. Il portavoce Robert Gibbs, per rassicurare (con scarso successo) i cittadini ha dichiarato: “Non si tratta di una piattaforma che trivellava in profondità“. Sarà, ma comunque, stiamo parlando di un’esplosione che ha provocato una chiazza di petrolio lunga oltre 2 chilometri. E il mare incassa quest’altra ondata di idrocarburi.
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