Smaltire pile e batterie ora non sarà più un problema: il merito è di una realtà comasca che inaugura il primo impianto che consente di recuperare le materie prime che compongono le batterie. Attualmente, infatti, per riuscire in questa pratica i rifiuti vengono spediti in qualche stato estero più o meno vicino, con un enorme dispendio economico. L’azienda comasca consentirà così di rendere pienamente efficaci gli sforzi compiuti con la raccolta differenziata, occupandosi in prima persona dello smaltimento.
L’impianto è stato sviluppato in team con le università di Roma e l’Aquila, con il monitoraggio del Ministero dell’Ambiente per garantire, anche nella sua realizzazione, la massima tutela ambientale. Per effettuare il riciclaggio di rifiuti, in particolare di questi che potremmo speciali o comunque con uno smaltimento più impegnativo come i rifiuti elettronici, è necessario fare una cernita per distinguere le pile, come le batterie AA, le batterie ricaricabili a fine ciclo o di altro tipo, da altri oggetti che sono stati erroneamente inseriti nel contenitore, come lampadine o cellulari. Per poter effettuare smaltire materiali in maniera corretta, è necessario che l’alimentazione del ciclo produttivo sia priva di componenti estranee e tale operazione può essere svolta solo con il lavoro manuale.
Solo successivamente il trattamento sarà automatizzato, con un meccanismo che riconosce le tipologie di pile per sottoporle a un intervento che prevede la separazione delle componenti e quindi lo smaltimento dei rifiuti per le parti che non si possono più utilizzare, e per le altre la re-immissione nel mercato di nuove materie prime.