Mentre si continua a fare il punto sulla situazione delle piste ciclabili in Italia, il Ministero Infrastrutture e Trasporti ha deciso di accogliere una proposta che era stata avanzata dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta: le biciclette in città potranno andare contromano, sulle strade larghe almeno 4,25 metri, nelle zone in cui il limite di velocità è di 30 km/h e in quelle a traffico limitato. Il provvedimento è piuttosto importante, perché non viene scoraggiato il ricorso all’utilizzo della bicicletta, una soluzione ecocompatibile a tutti gli effetti.
A cura di Gianluca Rini
Muoversi in bici rientra a pieno titolo nella mobilità sostenibile. Utilizzare la bicicletta in città, senza essere costretti a seguire i sensi unici predisposti per le automobili promuove l’uso della bicicletta e contribuisce quindi alla lotta all’inquinamento.
La Fiab aveva fatto notare come la soluzione del doppio senso di marcia è stata adottata anche in altre città europee, nelle quali, in corrispondenza dei sensi unici, è possibile trovare dei cartelli che portano la scritta “eccetto bici”.
Enrico Chiarini, dell’area tecnica della Fiab, ha spiegato: “L’applicazione di tale soluzione consentirà il completamento a basso costo della rete ciclabile urbana di molti comuni italiani e di fatto offrirà al ciclista interessanti alternative a strade fortemente trafficate.”
In definitiva si tratta di una soluzione che intende favorire la mobilità ecocompatibile basata sull’uso delle biciclette, evitando di far aumentare le emissioni di anidride carbonica. A volte basta veramente poco per incentivare il rispetto dell’ambiente.
Situazione ottima per Bologna e Mestre, Roma e Milano vanno male
A cura di Gianluca Rini
Analizzare la situazione delle piste ciclabili in Italia: è questo l’obiettivo del rapporto “Bici in città. Numeri e buone pratiche sulla ciclabilità urbana in Italia”, realizzato da diversi enti e associazioni, fra le quali spicca Legambiente. Lo studio ha inteso non solo riferirsi alle piste ciclabili, ma ha voluto mettere in correlazione le piste ciclabili con la mobilità sostenibile in generale.
Nello specifico si sono presi in considerazione come parametri tutti gli spostamenti che vengono effettuati in città, distinguendo tra mobilità urbana sostenibile, la quale si avvale ad esempio delle biciclette e del trasporto pubblico locale, e mobilità urbana insostenibile, come le moto e le automobili inquinanti.
I risultati dell’analisi sono stati piuttosto evidenti: Bolzano e Venezia – Mestre sono risultate le città più ciclabili d’Italia, che fanno registrare rispettivamente il 29% e il 20% di spostamenti in bicicletta a vantaggio dell’ambiente.
La situazione invece non appare per niente soddisfacente per quanto riguarda altre città italiane, in particolare Roma e Milano. Basti pensare ad esempio che a Roma gli spostamenti in bici sono pari solo allo 0,4% del totale. A Milano tra l’altro molte piste ciclabili sono fuori legge.
L’Italia da questo punto di vista appare piuttosto indietro rispetto ad altri Paesi, come per esempio la Germania, dove è nata perfino un’autostrada per biciclette.
In Italia la situazione dovrebbe migliorare. Per questo le associazioni hanno messo a punto la “Carta delle città in bici”: un documento che impegna i comuni a promuovere la ciclabilità nel territorio.
Le piste ciclabili a Milano: investimenti per la mobilità sostenibile?
Le piste ciclabili Milano, a quanto sembra, sono oggetto di diversi investimenti in vista della mobilità sostenibile. Viene da chiedersi se veramente tutto ciò può servire e se corrisponde ad un’esigenza manifestata da parte dei cittadini. Viene da chiedersi se i cittadini sentono l’esigenza di poter contare su una mobilità ecocompatibile a tutti gli effetti. Cosa si sta facendo nel concreto in relazione alle piste ciclabili? I dati più recenti fanno riflettere sul fatto che negli ultimi anni il numero dei ciclisti è aumentato. Si parla di un incremento del 30%.
Il comune ha predisposto nove progetti sulle piste ciclabili. Si tratta di progetti che per anni sono rimasti fermi e che riguardano sia la realizzazione di nuove piste sia degli interventi di miglioramento e di collegamento. Si è pensato anche a delle nuove stazioni per il bike sharing.
Per le piste ciclabili a Milano si stanno prendendo in considerazione differenti tratte: Fermi-Comasina, QT8-Gallaratese, Lotto-Triennale, Cavalcavia Bussa e via Quadrio, Duomo-Monforte, Duomo-Sempione, Duomo-Porta Nuova, Medaglie d’Oro-Chiaravalle.
L’assessore alla Mobilità Pierfrancesco Maran ha fatto notare:
“Tutte le risorse che arriveranno con Area C saranno reinvestite sulla mobilità di Milano e di collegamento con l’hinterland. Non sarà dunque solo la Cerchia dei Bastioni ad avvantaggiarsi degli importanti obiettivi di Area C, perché investiremo anche, e soprattutto, nelle periferie.”
Tutto ciò servirà veramente? Tutto ciò corrisponde ad una “vocazione cittadina”? In molti altri Paesi europei si sta puntando molto su questo elemento, l’Italia ha invece ancora molta strada da fare sulle piste ciclabili.
Foto di sudmilanociclabile
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