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Plastica e animali marini: come cambiano le loro vite

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Tutti gli animali soffrono della presenza massiccia della plastica negli ambienti ma in particolare sono gli animali marini a subire le conseguenze più gravi. Quali sono quelli che rischiano la vita per i nostri rifiuti?

giornata degli oceani gli animali a rischio
Rfiuti (foto Canva) – ecoo.it

Che sia ridotta in microplastiche o che abbia ancora per intero la sua forma di busta, bottiglia, piatto, contenitore o scatola, la plastica è un problema globale. E come tale va affrontato soprattutto perché anche le conseguenze sono globali. E se noi come specie umana possiamo evitare di ingerire o ferirci con oggetti di plastica non si può dire lo stesso per i molti animali, soprattutto quelli che vivono in mare, che si trovano sempre più assediati da oggetti e corpi estranei che ne minacciano la stessa sopravvivenza.

Alcuni, più di altri, rischiano di scomparire del tutto proprio a causa delle conseguenze che l’incontro con oggetti di plastica di ogni tipo genera sulla loro vita, l’alimentazione e la riproduzione. Secondo i dati raccolti da Our World In Data ci sono in particolare cinque creature marine per le quali la plastica è letale.

Animali marini e plastica, un incontro triste

Ha fatto scalpore e continua a farne la grande isola di plastica che si è formata nell’oceano al largo della California. Qualcosa che è grande tre volte la Francia e composta da quasi 2 miliardi di pezzi di plastica galleggianti. Un luogo che si è addirittura trasformato in una colonia per uccelli marini. E se qualche animale impara a sopravvivere anche tra i nostri rifiuti ce ne sono molti altri che invece a causa del nostro pattume rischiano la vita.

Lamantino (foto Canva) – ecoo.it

Tra le creature più delicate e a rischio ci sono per esempio i lamantini, grandi animali marini molto pacifici e soprattutto molto lenti al punto da essere soprannominati mucche di mare. La pesca e i rifiuti da essa generati, in particolare le lenze, sono pericolosi così come le buste di plastica che possono provocare ferite o il soffocamento. Sempre a causa dell’attrezzatura dei pescatori abbandonata in mare i giganti delle profondità, i capodogli, rischiano anch’essi una morte lenta e dolorosa, a causa delle ferite interne al proprio apparato digerente. Grossi pericoli corrono poi gli elefanti marini a causa delle lenze e delle reti da pesca con cui possono ferirsi.

Una dieta mortale di plastica

Capodoglio (foto Canva) – ecoo.it

Per le tartarughe e le otarie il pericolo della plastica viene invece proprio dalle classiche buste che fluttuano in mare e che assomigliano purtroppo a creature marine di cui questi animali si nutrono. Il problema dell’ingoiare la plastica è che questo materiale riempie lo stomaco dell’animale e lo intossica al punto da ucciderlo.

Valeria Poropat

Valeria si occupa da anni di ecologia e per Ecoo cerca di trovare tuttio ciò che c'è di buono nel rapporto tra uomo, natura e tecnologia

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