E se la plastica fosse ecologica? Secondo alcuni studi condotti dall’Università del Missouri potrebbe essere realizzata ben presto una plastica “verde” biodegradabile che risolverebbe una volta per tutte il problema dello smaltimento di rifiuti sintetizzati dal petrolio. Solo nelle discariche degli Stati Uniti sono stoccate più di venti milioni di tonnellate di plastica. Un numero enorme che da un’idea ben precisa di quanto il problema sia radicato e di difficile risoluzione, se la produzione di materiale plastico continuerà ancora in questa direzione. Basti pensare alle tonnellate di rifiuti che inquinano suoli e terre, ma soprattutto mari e fiumi. Lo scorso anno fece scalpore la notizia che un’immensa isola di spazzatura navigava indisturbata come un enorme animale marino tra le coste dell’Estremo Oriente e quelle del Nord America.
Quell’isola (ed altre come lei) naviga tuttora, afferrando la vita di tutto ciò che incontra sul suo cammino. Ed ogni anno cresce a dismisura. Se non si interromperà al più presto la produzione dei derivati polimerici del petrolio, che non sono in alcun modo biodegradabili, la situazione dell’ambiente a livello globale, già di per sé molto difficile, e la sua capacità di riprendersi potrebbero essere compromesse in modo irreversibile. L’idea di una plastica verde non è affatto una novità. Basti pensare al mater bi, un materiale costituito di amido di mais, di grano o di patate, completamente biodegradabile. Ma la scoperta dell’Università del Missouri è leggermente diversa, grazie all’utilizzo di piante particolari come l’Arabidopsis thaliana che ben si presta alle manipolazioni molecolari permettendo di ottenere il PHBV, un materiale plastico assolutamente malleabile che può essere utilizzato per produrre sacchetti, contenitori, bottiglie. Ed è totalmente biodegradabile.
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