Si può vivere senza essere circondati per forza dalla plastica? Una domanda cui cerca di rispondere Made Thought con il nuovo database denominato PlasticFree
Tutto o quasi ciò che ci circonda nella vita quotidiana è costruito a partire dal petrolio o da qualcosa che deriva dal petrolio. In parole povere è plastica.I n una forma o nell’altra, con una formula con un’altra, siamo ancora immersi nella plastica. E il problema è che sembra non esserci la volontà di trovare realmente soluzioni che possano portare alla riduzione dell’utilizzo di queste materie.
Nonostante esistano decine di alternative da utilizzare nei campi più disparati. Da qui l’idea di un collettivo con sede a Londra e New York costruito proprio con l’intenzione di utilizzare la creatività per avviare un cambiamento. Il collettivo internazionale si chiama Made Thought e ha messo a punto un database composto da oltre 160 materiali che possono essere utilizzati al posto delle materie plastiche in una enorme quantità di settori della produzione.
La questione legata alla plastica è qualcosa che ci portiamo dietro da decenni. Entrata come novità assoluta e rivoluzionaria a partire circa dagli Anni ’50, la plastica si è lentamente trasformata in un problema. Costruita a partire dal petrolio, la plastica ha diversi punti a suo favore ma purtroppo può vantare anche una non lusinghiera sfilza di criticità. Tra queste il fatto che non si tratti di un materiale biodegradabile e che sta inquinando l’intero pianeta. Gli scienziati sono arrivati a trovarne frammenti addirittura all’interno delle rocce. C’è poi il problema delle microplastiche disciolte in mare che entrano nel ciclo naturale e che quindi finiamo con lo ingerire ogni volta che mangiamo il pesce.
La plastica è poi un pericolo per la fauna, in particolare la fauna marina. Sulle spiagge di tutto il mondo si moltiplicano da anni le storie tristi di enormi creature marine che muoiono perché anziché nutrirsi di materia vivente ingoiano per sbaglio buste e sacchetti di plastica. Il cambiamento è quindi assolutamente necessario. E il database messo insieme dal collettivo Made Thought è una dimostrazione di come si possano utilizzare altri materiali che non siano per forza frutto del petrolio.
Il database e la consulenza di Made Thought possono essere richiesti da aziende e creativi in tutto il mondo e sul portale dedicato a PlasticFree è possibile avere una prima carrellata di alcuni dei materiali innovativi proposti. Ci sono per esempio due soluzioni per la cucina. Da una parte la possibilità di utilizzare gli scarti delle fave del cacao per realizzare stampi da forno compostabili oppure l’utilizzo delle fibre di banana che possono essere utilizzate anche per piatti e stoviglie. Si rivolge invece per esempio al fashion un materiale denominato LOVR, una alternativa non tessuta alla pelle realizzata a partire dalla canapa, come pure è dedicato alla moda il cosiddetto biofluff, una sorta di pelliccia per imbottiture e decorazioni senza plastica e senza materiali tossici.
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