Anche le case di produzione di pneumatici più famose nel mondo si stanno allineando al trend ecologico. Dopo le iniziative di Pirelli (“Foresta Pirelli 2009“), Peugeot (“Pozzo di carbonio“, ovvero 2milioni di alberi piantati nella foresta Amazzonica) e Yokohama (“Forever Forest“, 500mila alberi da piantare entro il 2017 a fianco degli stabilimenti) è arrivato il turno di marchi prestigiosi nel mondo delle quattro ruote come Bridgestone e Good Years. Scelte ecosostenibili capaci di migliorare le prestazioni dei prodotti e la qualità dell’ambiente. Ma spieghiamo meglio di cosa tratta questa svolta ecologica nel mondo delle gomme.
Bridgestone, con la complicità del marchio Ecopia, produce pneumatici ecosostenibili e capaci di prevenire il surriscaldamento terrestre. Pirelli invece, utilizzando la pula di riso nel pneumatico P7, è in grado di abbattere l’inquinamento acustico fino al 30% in meno. Good Years non sta di certo a guardare: per la lavorazione della gomma utilizza Biolsoprene anzichè il più inquinante isoprene. Il Biolsoprene, l’alternativa ecologica al derivato del petrolio, proviene da materie prime rinnovabili e può essere utilizzato su svariati tipi di gomma (la presentazione di questo materiale è stata fatta durante il Summit Mondiale sul Clima di Copenhagen).
Dalla Yokohama si apprende invece che per produrre il pneumatico naturale viene utilizzato l’albero del caucciù (la Thailandia ne è il primo produttore mondiale). Dalla multinazionale asiatica provengono queste parole: “Vogliamo che i nostri prodotti siano performanti, ma anche rispettosi dell’ambiente fin dal principio della lavorazione“. Tutto questo ha permesso loro di ricevere persino un riconoscimento per l’utilizzo di energia pulita. Galvanizzati da ciò (o almeno, ci piace pensarlo), hanno annunciato: dal 2012 nelle gare di Turismo forniremo gomme a base di succo d’arancia. Complimenti!
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