Gli alberi da piantare entro il 2026, circa 6,6 milioni, non sono da nessuna parte. La Corte dei Conti ha interpellato il Ministero.
Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza prevedeva per il 2022 almeno 1,6 milioni di nuovi alberi piantati nei centri urbani, percentuale che per il 2026 avrebbe potuto toccare i 6,6 milioni. Di tutti questi fantomatici alberi si vede giusto il seme o l’esile germoglio già in fase di moria. Il portale sull’avanzamento dei lavori Italiadomani riporta degli obiettivi specifici da raggiungere in ottemperanza a quelli definiti dal Pnrr e l’Italia, seppure ricca di alberi, lungi dall’essere il linea con la transizione.
Cosa c’è che non sta funzionando? Gli alberi sono centrali nella strategia europea di ripresa dalla crisi ambientale e climatica che stiamo affrontando. Il Green Deal dell’Unione annovera fra i propri progetti quello della “Strategia forestale europea” finalizzato all’ottenimento di 3 miliardi di nuovi alberi entro il 2030. Il problema, oltre alle condizioni di oggettiva siccità che hanno impedito ai semi di germogliare, sta nelle diverse progettazioni come evidenziato dal bilancio della Corte dei Conti.
L’Italia è una penisola fortunatamente provvista di un buon quantitativo di alberi rispetto ad altri paesi dell’Unione. Il problema è solo alcune metropoli italiane hanno mosso passi ulteriori successivi alla progettazione delle semine. Altro problema è che molte città hanno preferito piantare semi nei vivai piuttosto che mettere a dimora alberi già formati nelle zone dove maggiormente necessario.
Già la scelta di orientarsi su semi che in potenza diverranno alberi lascia a desiderare. La Pubblica amministrazione, secondo un protocollo che più italiano non può essere, ha deliberato che, con il sostegno del Ministero, il testo di legge del Consiglio europeo faccia riferimento ad una generica operazione di “planting” laddove è scritto in modo chiaro “plant trees“, ma l’inglese d’altronde non sarà più un nostro problema.
Il Ministero dell’Ambiente è stato invitato direttamente dalla Corte dei Conti a vigilare sullo stato di avanzamento dei lavori nei centri urbani onde evitare ritardi sulle successive attuazioni del Piano. Non saranno ammessi infatti ritardi che pregiudichino il raggiungimento dell’obiettivo dei 6.600.000 alberi da piantare entro il 31/12/2024.
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