La sostenibilità, in senso ampio, è uno degli obiettivi del PNRR italiano. Il particolare il settore della bioedilizia sta ampliando i suoi orizzonti.
Definire la sostenibilità non è semplice. Cos’è che deve essere sostenuto? A vederla così, potrebbe quasi sembrare un macigno da tenere in braccio con grande sforzo. Sostenibilità probabilmente è un termine usato – ed abusato – tratto dall’anglofono sustainability. Così che dall’inglese tutti decliniamo la stessa parola. Di cui ormai molte istituzioni ed aziende private ormai si riempiono la bocca. Lasciando perdere le questioni terminologiche, che preferirebbero senza dubbio ambientalista o ecologico, anziché sostenibile, si passa all’aspetto pratico di questo concetto.
Che ormai è chiaro, deve essere implementato in tutti i settori produttivi. È lo stesso PNRR a recitarlo. I campi di applicazione sono la mobilità sostenibile, la transizione energetica, l’agricoltura sostenibile ed economia circolare, tutela delle risorse idriche e del territorio, efficientamento e riqualificazione degli edifici. Tutte queste missioni vengono riassunte nel titolo “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Ovviamente questo non può non riguardare il campo dell’edilizia, uno dei più a rischio nel Paese. Ormai sono anni che la bioedilizia viene incentivata dal settore pubblico anche grazie a risorse a fondo perduto messe a disposizione. Provengono da Next Generation EU. Le istituzioni e gli enti locali possono richiederle e disporne sia per la costruzione di nuove strutture che per l’efficientamento delle vecchie.
Ci sono dei requisiti definiti dal PNRR che possono far rientrare un progetto nel perimetro del “sostenibile”. Esso non deve produrre dosi significative di gas serra, non deve intaccare gli equilibri delle risorse marine ed idriche, deve garantire la biodiversità, contribuire a prevenire e contenere l’inquinamento, e deve seguire i principi di economia circolare e di riciclo dei rifiuti. In assenza di questi requisiti, i progetti, pubblici o privati che siano, non possono accedere ai fondi della Next Generation EU.
La sostenibilità non può prescindere da soluzioni alternative ai gas climalteranti e da un meccanismo perfetto di economia circolare. Oltre al riciclo, anche i materiali devono essere composti in modo tale da essere il più a lungo possibile, per evitare l’obsolescenza precoce e men che mai programmata. Solo in questo modo l’Italia avrà modo di sfruttare in maniera efficace ed efficiente i fondi europei, come da impegno siglato per il PNRR, che solo per la missione sostenibilità ha ottenuto 2 miliardi di euro.
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