In un momento storico molto delicato per l’ambiente e la salute, arriva la notizia secondo cui i nostri polli italiani sarebbero a rischio estinzione, ecco perché.
Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di crisi alimentare per esprimere la sempre crescente difficoltà nel produrre cibo di qualità e salutare per il nostro organismo. Gli allevamenti intensivi hanno creato un grosso impatto, ovviamente negativo, sulla qualità del cibo che oggi mangiamo. La carne, che sia di suino bovino o pollo, negli anni ha perso parte delle sue sostanze nutritive, divenendo ogni anno sempre più ricca di antibiotici. Antibiotici utilizzati per contrastare la diffusione delle malattie sempre frequenti tra gli animali allevati a causa in primis dello spazio ridotto in cui sono costretti a vivere.
Vivere ammassati venendo ipernutriti ha reso gli allevamenti un posto attaccato innanzitutto dalle organizzazioni a tutela dell’ambiente e degli animali. La carne che viene prodotta da questi animali, ovviamente non è di qualità presentando un maggior quantitativo di grasso intramuscolare rispetto al collagene tipico degli animali che vengono allevati in modo tradizionale. Carne sì più tenera ma meno nutriente. La qualità della carne è mutata anche quando si parla di carne di pollo. In Italia infatti sparisce il pollo nostrano e crescono sempre più gli allevamenti di razze ibride provenienti da altri paesi. Il risultato? I polli italiani autoctoni sono a rischio estinzione.
Scegliere consapevolmente la carne di cui ci nutriamo è fondamentale per salvaguardare la salute del nostro organismo e l’ambiente. Gli allevamenti intensivi e l’industria alimentare sono quelle a maggior impatto sull’inquinamento ambientale. Eppure oggi, nonostante la sensibilizzazione e la crescente adozione di uno stile alimentare sano e biologico, non si riesce ad arrestare la domanda sempre maggiore di carne. In particolare quella di pollo, generalmente indicata come la più salutare tra le carni, ed in parte è così ma a patto che si scelgano allevamenti etici e sostenibili.
Uova e carne di pollo sono i cibi più richiesti, grazie alla loro versatilità e costo minore rispetto ad altre carni. Eppure la carne di pollo disponibile in Italia non è più quella di un tempo. Oggi la maggior parte degli allevamenti, intensivi, preferisce razze ibride, ipernutrite e dalla provenienza estera. Maggior capacità di generare uova e carne ricca di grassi, rendono queste razze migliori per l’industria alimentare, ma non per il nostro Paese che oggi si ritrova ad affrontare la quasi estinzione delle migliori razze di pollo italiane. Tra le numerose specie di polli che troviamo sul nostro territorio ad oggi solo quattro sono salve. Cosa si può fare per invertire questo processo, promuovere la conservazione della biodiversità e proteggere le razze autoctone?
Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste ha lanciato un progetto importantissimo per salvaguardare le razze autoctone. Grazie al progetto “Tutela della biodiversità nelle razze avicole italiane” è stato possibile creare un sistema che conservi il patrimonio genetico avicolo italiano. Per farlo è stata creata la prima Criobanca Italiana del Seme delle Razze Avicole Autoctone. Questo rappresenta il primo vero centro di stoccaggio di dosi di materiale seminale avicolo. Al momento sono 23 le razze autoctone dal quale è stato estratto seme e materiale genetico. La conservazione di questo patrimonio genetico è fondamentale per fare in modo che continui ad esistere un legame soprattutto territoriale tra pollo e Paese.
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