I polli sono gli animali da macello più maltrattati. La denuncia arriva da varie associazioni, come la richiesta che anche Lidl implementi pratiche Cruelty free
La crudeltà sugli animali è figlia della concezione umana di specie superiore. Dunque non solo l’uomo uccide l’animale ad armi impari, come avviene nei macelli, ma la morte è quasi un sollievo per l’animale date le pessime condizioni di vita. L’allevamento intensivo finalizzato al mecello vede la sua punta di diamante nella crescita dei polli. Oltre a creare problemi di deambulazione ai volatili, dovuti alla crescita eccessiva e prematura, questi animali vivono in spazi ristretti e senza possibilità minima di movimento. Venti associazioni animaliste si sono unite per chiedere a gran voce che sia dato uno stop alle pratiche crudeli nei confronti dei polli. E molte catene di supermercati hanno aderito alla campagna, ad eccezione di Lidl.
Solo Lidl Francia si è attivata, dal resto dei Paesi si è ricevuta lettera morta. E questo non depone certo a favore della catena di discount più gettonatqa del momento. L’interruzione della crudeltà nel trattamento animale non solo giova all’animale stesso, ma anche alla carne che poi finisce sui banchi del supermercato. L’appello lanciato dalle 20 associazioni europee, tra cui Animal Equality ed Equalia, chiedono alle aziende di adottare lo standard European Chicken Commitment (ECC), per migliorare le condizioni di vita dei polli negli allevamenti. E molte di esse hanno prontamente aderito.
Secondo Animal Equality, i polli da macello sono “gli animali terrestri più maltrattati del pianeta”. Ombretta Alessandrini, coordinatrice delle campagne di Animal Equality Italia, racconta: “Dal momento che la lettiera su cui camminano non viene mai cambiata, questi animali posano le loro zampe 24 ore su 24 sui propri escrementi e sulle deiezioni dei compagni causando ustioni e perdita di piumaggio, mentre l’alta concentrazione di ammoniaca nell’aria provoca ai polli gravi problemi respiratori”.
Lo European Chicken Commitment chiede che questi standard purtroppo molto diffusi siano invertiti. Che i polli abbiano più spazio a disposizione, luce naturale, crescita più lenta, ed in generale una qualità della vita migliore, sempre tenendo presente che l’epilogo rimane lo stesso. Ed a questo standard molte aziende hanno già aderito. Lidl invece no. Ed è proprio a questa catena che la campagna delle associazioni si rivolge, anche tenendo presente il grande giro di produzione e macellazione che Lidl possiede.
Julia Elizalde, manager delle campagne di Equalia, precisa che “molti grandi supermercati hanno già aderito allo European Chicken Commitment, ma non è questo il caso della catena di hard discount Lidl, che al momento si è impegnata solo in Francia a eliminare le pratiche più cruente dalle sue filiere. Per questo, insieme ad altre organizzazioni abbiamo deciso di avviare una campagna nei confronti di Lidl per chiedere di porre fine a questa inutile crudeltà a livello europeo”.
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