La correlazione negativa tra la presenza del polline e i cambiamenti climatici è stata scoperta da un team di ricerca americano: vediamo insieme di cosa si tratta e tutte le implicazioni del caso
I cambiamenti climatici, che stanno influenzando in modo negativo le stagioni in tutto il Pianeta, si manifestano con l’alternanza di eventi atmosferici estremi. Alluvioni e caldo anomalo, sono facce della stessa medaglia e si alternano compromettendo suolo, ecosistemi, territori e habitat interi. Il riscaldamento globale è il primo responsabile degli stravolgimenti del clima e di ulteriori conseguenze come lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dei mari.
L’aumento della temperatura media globale è certificato dai dati che identificano l’ultimo decennio come il più caldo mai registrato: si parla di 1,1 grado centigrado al di sopra delle epoche precedenti lo sviluppo industriale. L’attività antropica è stata la principale artefice del grave impatto ambientale causato dalle emissioni dei gas serra nell’atmosfera. Le ultime ricerche però individuano altri complici insospettabili della crisi climatica in atto sulla Terra.
Siamo in primavera stagione del dolce dormire e delle allergie. Il polline diventa il protagonista indiscusso dell’aria, causando a molti crisi allergiche di vario livello. Dai semplici starnuti e pruriti agli occhi, a crisi d’asma e problemi respiratori. Dal Texas arriva anche il risultato di un’indagine svolta dall‘Università di College Station sul polline e sul suo effetto sui cambiamenti climatici. In pratica è emerso che le particelle di polline interagiscono con la formazione dei cumuli di nuvole, trattenendo le precipitazioni e, di fatto, incrementando l’aumento delle temperature.
A questo punto si instaura un circolo vizioso perché l’aumento delle temperature prolunga la durata della stagione dei pollini che impediscono le precipitazioni senza soluzione di continuità. Le particelle si rompono con l’umidità causata dal caldo e vengono disperse nell’aria formando le nuvole insieme ai granelli di polline. Inoltre i pollini catturano e trasportano anche gli inquinanti atmosferici contribuendo alle manifestazioni allergiche dei soggetti sensibili e non.
Queste piccole particelle dunque hanno un forte impatto climatico determinando modifiche e alterazioni nelle condizioni metereologiche. E quelle del polline sono siti di nucleazione del ghiaccio, cioè ne favoriscono la formazione all’interno delle nubi con un’efficacia meno importante dei granelli, ma trattengono le precipitazioni. Gli studi proseguono nella direzione corretta per capire e comprendere meglio le alterazioni atmosferiche attraverso i modelli climatici più precisi.
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