La contaminazione alimentare da agenti patogeni esterni che possono essere dannosi per l’uomo è piuttosto frequente nella carne di pollo
La carne di pollo è tra le più gettonate sul mercato, per motivi salutistici ed economici. Essendo una carne bianca ha minor apporto di grassi saturi rispetto alla carne rossa, come una bistecca vaccina. Insieme al tacchino è consigliato il petto di pollo ai ferri per una dieta ipocalorica. Allo stesso tempo il costo del pollo al chilo è nettamente inferiore a quello della carne rossa. Specialmente in vaschetta preconfezionata di plastica e venduta nei discount. A farne le spese però è la qualità del prodotto.
Gli allevamenti di polli, specialmente nella versione intensiva, non sono esattamente luoghi salutari per far crescere l’animale. Oltretutto sono messi in pratica ancora trattamenti ormonali per accelerare la crescita dell’animale per metterlo il prima possibile in commercio come alimento per l’uomo. E questi trattamenti, uniti alle condizioni pessime di vita dell’animale, contribuiscono a sviluppare agenti patogeni nella carne di pollo. Anche la temperatura e la gestione della conservazione del prodotto è responsabile di eventuali contaminazioni batteriche, che possono essere in alcuni casi molto dannose per l’essere umano.
Pollo nei supermercati, quali prodotti evitare
“Il Salvagente” aveva svolto un’indagine per stabilire la nocività di alcuni polli venduti nei supermercati. Dalla ricerca è emerso che un pollo su tre è contaminato da salmonella, un batterio che può provocare intossicazione alimentare e malattia. Uno studio più recente di Altroconsumo ha confermato i dati. Sono stati presi in esame poli venduti in 40 supermercati di Roma e Milano. In oltre la metà dei campioni prelevati è stata trovata traccia di Salmonella infantis. Altroconsumo sottolinea che sono “microrganismi tollerati dalla legge ma che comunque non dovrebbero essere presenti nel nostro cibo, perché potenzialmente pericolosi per la salute”.
Altroconsumo specifica che questi prodotti si ritrovano nei cibi perché “la contaminazione può avvenire lungo tutta la filiera, dall’allevamento alla macellazione (carne contaminata da contenuto intestinale), dalla lavorazione al trasporto e dipendere anche dalla temperatura di conservazione e dai tempi di giacenza sugli scaffali“. Se si ingerisce un prodotto contaminato con salmonella non adeguatamente cotto, si possono verificare eventi di nausea, vomito, febbre, dissenteria ed altro. È un batterio resistente agli antibiotici.
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Dalla ricerca di Altroconsumo a Milano sono state trovate tracce di salmonella nei prodotti:
- Petti di pollo Amadori 10+;
- Filetto di pollo a fette Esselunga Naturama;
- Filetto di pollo a fette acquistato in punto vendita Lidl;
- Petto di pollo sfuso Macelleria Il Bongustaio;
A Roma:
- Petto di pollo a fette sottili Conad;
- Pollo a fette Eurospin;
- Petto di pollo a fette sfuso Macelleria Bianchin;
- Pollo a fette sfuso Macelleria Escam;
- Petto di pollo a fette sfuso Macelleria Mac alimentari Farini;
- Pollo a fette sfuso Polleria Rosticceria Tiritiello Massimiliano;
- Fette sottili di petto di pollo Iper.
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Per evitare gli effetti spiacevoli da contaminazione si raccomanda di lavare bene le mani prima e dopo aver toccato il pollo crudo, e di cuocerlo bene. L’alta temperatura della cottura infatti neutralizza la potenza batteriologica mettendo al sicuro l’alimento. Anche se si dovesse trovare una confezione non integra è bene non acquistare il prodotto, e segnalare la questione al punto vendita.