Un dossier, realizzato dagli esperti di alcune associazioni ambientaliste, ha evidenziato i punti critici della realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Il Governo è intenzionato ad accelerare il progetto sul Ponte sullo Stretto di Messina di cui si discute da decenni. Pochi giorni fa, difatti, è arrivato il via libera del Senato che ha votato a favore della conversione in legge del decreto sull’opera.
Non si trovano d’accordo con la scelta dell’esecutivo alcune associazioni ambientaliste che, dopo l’ok del Senato, hanno compilato un dossier elencando i punti critici del progetto sotto il profilo dell’impatto ambientale, sociale e finanziario.
Le associazioni Kyoto Club, Lipu e Wwf hanno redatto un dossier di 50 pagine “Lo Stretto di Messina e le ombre sul rilancio del ponte” per evidenziare quali sono i punti critici della realizzazione dell’opera.
Un’analisi che arriva pochi giorni dopo il via libera del Senato che ha approvato la conversione in legge del decreto che prevede la costruzione dell’infrastruttura. Si tratterà, come spiega lo stesso Governo, del ponte sospeso più lungo del Pianeta con una lunghezza complessiva di 3.660 metri ed una campata sospesa di 3.300 metri. Previste sei corsie stradali e due binari ferroviari. I lavori dovrebbero già partire dal prossimo anno. Dopo il voto, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha spiegato che si tratta di una decisione storica attesa da oltre mezzo secolo.
Secondo gli ambientalisti, però, questo progetto avrebbe delle criticità sotto vari punti di vista: ambientale, economico-finanziario e sociale. In prima battuta, gli esperti di Kyoto Club, Lipu e Wwf hanno spiegato come la posizione scelta per l’ubicazione non sarebbe idonea, dato che il Ponte sarebbe a rischio terremoti e vento. Inoltre, renderebbe impossibile il traffico delle navi portacontainer dirette verso l’Oceano indiano, dato che la struttura sarebbe alta solo 65 metri dal livello del mare.
Inoltre, secondo le associazioni, la grande infrastruttura andrebbe a danneggiare la migrazione di centinaia di specie di uccelli che transitano da quell’area diventando come una sorta di “barriera trasversale”.
Il dossier ha anche analizzato i costi e l’occupazione dell’opera. Per la sua realizzazione sarebbero necessari 14,6 miliardi di euro ritenuta una spesa “elevatissima e ingiustificata” che, stando ai volumi di traffico stimato, non potrebbe a rientrare nell’investimento. A questo si aggiunge la creazione di una bassa occupazione che sarebbe stata stimata mediamente in non più di 507 addetti al mese che, tenendo conto degli “straordinari” potrebbe scende anche sotto i 500.
Infine, scrivono le associazioni, il decreto legge approvato dal Senato violerebbe gli articoli 9, 32, e 41 della Costituzione, relativi rispettivamente alla tutela ambientale, della salute e dell’iniziativa economica privata.
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