Si parla da sempre della costruzione del Ponte sullo stresso ma è davvero sostenibile? Analizziamo il punto di vista degli ambientalisti.
Se ne parla da decenni del Ponte sullo Stretto ed è ormai diventato un termine di paragone quando si parla di un qualcosa che non si realizzerà mai. L’argomento è piuttosto sentito a livello nazionale e soprattutto dai siciliani che vedrebbero in molti la possibilità di essere vicini al resto di Italia. Un’agevolazione per decidere quando partire senza pensare al traghetto.
Ma d’altra parte questo significherebbe per la città di Messina vedere affievolite le entrate, insomma come ogni questione anche questa ha i suoi punti favorevoli e contrari. Quindi andiamo alla base del problema analizzando sotto un altro punto di vista, ossia quello dell’ambiente. Vediamo cosa dicono in merito a tale aspetto.
A quanto pare quella che per decenni era aria fritta, oggi ha una data: entro il 31 luglio 2024 si dovrà approvare il progetto per poi partire coi lavori, questo quanto dichiarato dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Le Disposizioni urgenti per la realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria ne stabiliscono la costruzione. Ma è davvero un’opera per cui ne vale la pena la costruzione?
In primis gli ambientalisti chiariscono come la zona dello stretto di Messina si trovi in due importantissime Zone di Protezione Speciale e da un sistema di ben 11 Zone Speciali di Conservazione dalla costa calabrese alla zona umida della Laguna di Capo Peloro, fino ai Monti Peloritani. Un progetto che prevede un costo di 8,5 miliardi di euro – secondo quanto stimato nel 2010 – e tuttavia non si può parlare di project financing in quanto non si è in grado di capire in anticipo il numero di pedaggi a carico degli utenti. Non si può fare una valutazione circa la possibilità di essere questa considerata un’operazione di project financing.
A quanto pare ogni giorno tra Sicilia e Calabria passano non più di 4.500 persone; di questi, il 76,2% degli spostamenti dei passeggeri è locale e senza auto. Le corse dei treni regionali in Sicilia e in Calabria sono rispettivamente 506 e 333 contro le 2.173 della Lombardia. Una ragione questa che dovrebbe spingere su altre opzioni sostenibili come quella della elettrificazione e assicurare collegamenti più veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria verso il resto del Paese.
Un altro dato importante è emerso sotto il profilo tecnico: una costruzione imponente ubicata nella zona con il più alto rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso per oltre 3 km di lunghezza è particolarmente pericoloso. Basti pensare che ad oggi uno lungo con le medesime caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone, che misura oltre 1 km di lunghezza.
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