Il sindaco di Portofino (Genova) ha chiarito le voci circolate sino ad ora in merito al divieto di scattare selfie in alcune zone del comune: le parole del primo cittadino.
Era scattata la polemica in merito alle disposizioni contenute in un’ordinanza comunale emanata dal sindaco di Portofino, Matteo Viacava. Il primo cittadino della nota località turistica ha voluto, però, fare chiarezza smentendo le voci circolate sino ad ora.
Si era parlato, difatti, dell’introduzione di un divieto di scattare i selfie, circostanza che Viacava ha definito come una vera e propria “castroneria” ed ha spiegato di quale sia il vero contenuto dell’ordinanza.
Nei giorni scorsi si era parlato del divieto di scattare selfie a Portofino, comune della provincia di Genova, dopo un’ordinanza firmata dallo stesso sindaco, Matteo Viacava. Le disposizioni, però, non prevedono esattamente questo.
A spiegarlo, come riporta la redazione dell’Ansa, è lo stesso Viacava che si è detto “seccato” per le voci circolate sino ad ora in merito all’ordinanza “Decoro” spiegando che al suo interno è previsto il divieto di assembramenti in alcune zone della località, come Molo Umberto I e Calata Marconi, e non quello di scattare foto o selfie. Si tratta di aree, aggiunge il primo cittadino, molto trafficate dai pedoni tanto che molto spesso è necessario l’intervento delle forze dell’ordine per gestire la viabilità. “Inoltre – conclude Viacava – sono indicazioni per i tour operator, alle guide turistiche per non creare aggregazione di turisti. È un provvedimento per questioni di sicurezza e buon senso“.
Infine, il sindaco ha precisato che si trattava di provvedimenti che era già presente anche prima dell’emergenza Covid-19.
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Il comune, dunque, ha stabilito il divieto di assembramenti, ma anche di sedersi per terra o di girare per la località turistica a torso o a piedi nudi o in costume da bagno. Tutto finalizzato a garantire, proprio come indica il nome della stessa ordinanza, il decoro del paese.
Secondo quanto stabilito dall’ordinanza, chi viola le disposizioni rischia un’ammenda sino ad un massimo di 275 euro.
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