Il nuovo Big Bang, che potrebbe portare alla fine dell’universo, è un’ipotesi che gli scienziati stanno esaminando, per ora solo con dati artificiali
Molte persone sono affascinate dall’universo e da tutto ciò che esso contiene, compresa la nascita, la lontananza, lo spazio tempo etc. Mentre altre persone sono terrorizzate dalla grandezza non misurabile dell’universo, e del fatto che se si osserva bene la questione, ci si sente talmente piccoli ed impotenti da rendersi conto della provvisorietà assoluta del genere umano. Negli ultimi decenni, con l’emergere ed il diffondersi della teoria quantistica, molte domande sull’universo sono state approssimativamente risolte. A partire dal momento primordiale, il Bing Bang, che ha reso possibile tutto il resto.
Un’espansione repentina della materia che in un lasso di tempo molto breve ha creato l’universo. La densità di energia che era presente in una prima fase è stata supposta dai teorici, ma ci sono ancora molti dubbi sul tema. E parecchi studiosi si chiedono come sarà la fine dell’universo, se un’esplosione, se un sussurro finale, o se un nuovo Big Bang. Questa terza via sta affascinando gli studiosi tanto da investire energia e tempo per approfondire la ricerca.
Il lavoro è iniziato dallo studio dell’energia oscura, e poi si è allargato al Big Bang. L’energia oscura è quella capace di ridurre ed espandere l’universo a piacimento. Da quello che dicono i teorici, ora ci troviamo in una fase di accelerazione dell’espansione, senza controllo. La domanda è se l’espansione post Big Bang e l’accelerazione attuale siano collegate in qualche modo. Se così fosse ci potrebbe essere un nuovo Big Bang. E si torna all’energia oscura. Essa guida l’universo nella sua espansione fino a che ad un certo punto raggiunge un punto di non ritorno, per cui è costretta a contrarsi. Prima della contrazione l’energia dà un’accelerata incredibilemente rapida, una sorta di canto del cigno prima della fine.
Sostanzialmente gli scienziati stanno lavorando copiosamente in questa direzione. Per ora gli studi sono stati portati avanti con dei dati artificiali. Il lavoro è ancora molto, ma ciò non toglie che nei prossimi msi qualcosa si potrebbe muovere nella direzione di una conferma del secondo Big Bang.
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