Esistono delle precise regolamentazioni per quanto riguarda ciò che si può fare e non si può fare all’interno degli stabilimenti balneari. È bene che i cittadini siano informati doverosamente
Questo argomento si inserisce in un periodo storico in cui il discorso delle concessioni balneari in Italia viene messo in discussione. Difatti la comunità Europea esige che vengano fatte delle gare per l’assegnazione degli stabilimenti balneari. Mentre invece in Italia la consuetudine è che da generazioni e decenni, le stesse famiglie abbiano le concessioni balneari.
Questo perché a differenza di quanto ritiene la maggior parte delle persone, lo stabilimento balneare non è proprietario della spiaggia o del terreno su cui edifica la struttura, bensì è soltanto un affittuario in base a delle concessioni rilasciate dal comune di residenza. Si ricorda che qualunque bene marittimo, compresa la spiaggia, è bene demaniale. E per questo motivo non può essere venduto a privati. Le concessioni sono delle eccezioni per incrementare le attività commerciali.
Purtroppo la maggior parte delle spiagge più battute, sono coperte dagli stabilimenti balneari, al punto che per arrivare ad una spiaggia libera, spesso si devono fare chilmetri e chilometri a piedi, con tanto di ombrellone e sacco per il pranzo sulle spalle. In realtà è bene che tutti i cittadini siano informati su quali sono i loro diritti riguardo a mare e spiaggia.
Le concessioni per la privatizzazione temporanea di uno spazio sulla spiaggia si fermano a tre metri dal bagnasciuga. Ciò significa che anche davanti allo stabilimento più lussuoso del Paese, se ci si vuole stendere con il proprio asciugamano ed ombrellone davanti al bagnasciuga, nessuno potrà vietare di farlo. Così come passeggiare sul lungomare, anche passando all’interno delle aree date in concessione. Ed a differenza di quello che pensano molte persone, nonostante gli stabilimenti abbiano dei punti di ristorazione, non è affatto vietato portarsi il proprio cibo da casa. In caso contrario sarebbe un obbligo dover consumare il pasto spendendo dei soldi. E chiunque affermi il contrario sta commettendo un illecito.
Altra questione spinosa è il pagamento con il POS. In quanto chioschi, spesso i bar degli stabilimenti balneari dicono di non accettare il POS. Si ricorda che per legge il pagamento con il bancomat è obbligatorio ovunque. Chi si rifiuta di accettare questa forma di pagamento elettronica e tracciata, sotto segnalazione può ricevere una sanzione di 30 euro più il 4% del valore del bene che deve essere acquistato. Anche i cani in spiaggia non possono essere rigettati. Negli stabilimenti balneari vigono le stesse leggi che ci sono nelle spiagge libere. Ovviamente devono essere al guinzaglio. L’unica eccezione può essere presente quando esistono delle ordinanze comunali che vietano l’accesso ai cani. E questo deve essere esibito con tanto di cartellonistica ufficiale ed esplicita.
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