Il sistema per potabilizzare l’acqua di laghi e fiumi è un qualcosa di innovativo e che potrebbe risolvere tanti problemi ovunque nel mondo. In che modo procedere.
Potabilizzare l’acqua di laghi e fiumi è possibile e rappresenta un modo molto utile per potere ampliare le possibilità di accesso ad ulteriori risorse idriche. Sulla carta potrebbe essere un modo importante per facilitare le cose in quelle zone del mondo dove questa problematica rappresenta una piaga da molto tempo. Ma anche per situazioni più propriamente adattabili a dinamiche di gestione di un terreno da coltivare. Sarebbe un peccato non approfittare di questa opportunità.
Che cosa occorre per potabilizzare l’acqua di laghi e fiumi? Esiste anche una apposita guida fornita dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, ed a sua volta anche il Ministero della Salute riferisce di quelli che sono i parametri principali che riguardano l’acqua potabile. È vero che un corso o un bacino di acqua dolce potrebbe risultare ovviamente preferibile all’acqua di mare, se si tratta di berla. Ma comunque ci potrebbero essere delle contaminazioni batteriche o dei virus presenti al loro interno.
Il processo per potabilizzare l’acqua dei laghi e dei fiumi si riferisce anche a fonti come ad esempio gli stagni. È fondamentale depurare tutto quanto mediante dei passaggi ben precisi. Ed i rischi se non lo si fa possono arrivare sia dall’inquinamento (in quelle acque potrebbero avvenire anche periodicamente degli sversamenti industriali o addirittura abusivi) che da altri fattori ambientali.
Per procedere si consiglia di bere l’acqua attinta da tutte queste fonti. Occorre farlo a fiamma viva per almeno un minuto. Questo è il modo più semplice per farlo. Un altro sistema è costituito dal filtrare l’acqua. Questo può accadere munendosi di appositi potabilizzatori costituiti essenzialmente da ceramica, da quelli per osmosi, da carboni attivi o che prevedono altre tipologie di funzionamento. Questi macchinari hanno dei prezzi che vanno dai cento alle trecento euro a salire. Più aumenta il costo e più saranno le funzionalità presenti oltre alla qualità del risultato finale.
Ed esistono anche delle apposite compresse che vanno sciolte nell’acqua da rendere potabile. In quel caso ci pensa lo iodio contenuto nelle stesse a migliorare la qualità dell’acqua. O addirittura in altri frangenti ci sono delle metodologie che si basano sulla azione svolta dai raggi ultravioletti emessi dal Sole, che riescono ad inibire eventuali cariche batteri e virali.
L’importanza dell’accesso all’acqua potabile è una problematica enorme. Tante sono le zone che vedono questo diritto negato a causa della povertà, di ostacoli dettati da fattori ambientali o da altri problemi che non è possibile risolvere nell’immediato. Anche i conflitti bellici che hanno luogo in molti casi e che addirittura permangono anche dopo la fine ufficiale delle ostilità possono trovarsi alla base di una questione del genere.
Basti pensare a molti Stati dell’Africa, dove tra l’altro influiscono anche i fattori geografici. I moderni ritrovati tecnologici a volte potrebbero aggirare queste tematiche problematiche ma gli interessi di fondo che non mancano mai non rendono mai possibile tutto questo se non mediante l’opera di Onlus e di associazioni di volontariato. Anche per questo motivo l’acqua non andrebbe sprecata, da parte di noi che l’abbiamo a disposizione tutti i giorni in un secondo. In base alle ultime stime l’acqua potabile ci sarà solamente fino al 2030 ed intanto tre milioni e mezzo di persone l’acqua potabile ora non ce l’hanno più. Sta succedendo dall’altra parte del mondo.
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