Se ti sei mai recato in una struttura ospedaliera per un prelievo del sangue ti sarai forse chiesto dove finiscono i rifiuti sanitari prodotti da questa operazione di routine. Ecco il ciclo di smaltimento di questi oggetti
Eseguire un prelievo del sangue, per esempio per delle analisi generali, è qualcosa cui tutti si sottopongono svariate volte nel corso della propria vita. Altre volte le analisi del sangue servono per identificare patologie specifiche oppure ancora nella fase post operatoria per assicurarsi che il paziente sia in fase di guarigione e possa essere dimesso. Ogni volta che viene effettuato un prelievo di sangue vengono utilizzati prodotti che sono sterili e che dopo l’uso non possono ovviamente essere utilizzati altre volte e per questo vengono gettati.
Ogni anno gli ospedali di tutto il mondo producono quindi molto materiale di scarto che può avere o meno l’etichetta di rifiuto pericoloso o a rischio infettivo. Che cosa succede quindi alla siringa che è stata utilizzata per il prelievo del sangue? E alla garza che momentaneamente ti è stata data e che poi magari hai gettato in un cestino uscendo dalla zona analisi?
La normativa sullo smaltimento dei rifiuti sanitari
Gli ospedali sono luoghi in cui ci si reca per trovare soluzioni a condizioni patologiche. Questo significa che si tratta di luoghi in cui il personale, che è quindi costretto ad indossare tutta una serie di protezioni, maneggia sostanze potenzialmente pericolose. E tra le sostanze più pericolose che sono presenti negli ospedali c’è proprio il sangue umano. Immaginando un paziente che deve sottoporsi a delle analisi perché i medici non riescono a individuare immediatamente la malattia di cui soffre, il sangue prelevato potrebbe contenere qualunque tipo di virus o batterio come pure essere portatore di diverse malattie.
Questo significa che, una volta effettuate le analisi, il campione di sangue deve essere smaltito in maniera da non provocare danni a nessuno. Ma lo stesso va fatto anche per l’attrezzatura che è stata utilizzata. La normativa che disciplina lo smaltimento dei rifiuti sanitari obbliga per esempio il personale sanitario a utilizzare gli appositi contenitori per i rifiuti ospedalieri potenzialmente pericolosi, tra cui quindi vanno inserite anche le siringhe e gli aghi utilizzati per i prelievi, che poi sono raccolti da ditte specializzate e conferiti in apposite discariche dove sono smaltiti.
E per gli eventuali rifiuti in ambito domestico?
Oltre ai rifiuti sanitari che si generano in caso di prelievo del sangue può capitare a chiunque di provocarsi una piccola ferita o una lacerazione medicata a casa con un cerotto, un po’ di acqua ossigenata e un pezzetto di cotone idrofilo. Dove vanno gettati questi rifiuti una volta che sono stati utilizzati? Per il contenitore dell’acqua ossigenata la soluzione è abbastanza facile: si tratta di un contenitore in plastica che una volta svuotato del liquido può essere conferito con gli altri oggetti di plastica. Ma per quello che riguarda l’eventuale cerotto e il batuffolo di cotone idrofilo ovviamente non possono andare né nella plastica né tra i rifiuti organici. Vanno inseriti nel sacchetto dei materiali destinati alla discarica.