Il Prepping non è una nuova attività da fare in giardino e i Prepper non c’entrano niente con lo sport anche se probabilmente molti Prepper fanno proprio attività fisica per prepararsi. Prepararsi a che cosa?
Il mondo è sull’orlo del baratro. La vita sul pianeta come la conosciamo è destinata a spegnersi molto rapidamente a causa dei nostri comportamenti e soprattutto a causa del fatto che non sembriamo in grado di fare niente per limitarci. Rischiamo di finire tutti protagonisti nostro malgrado di uno di quei film con gli zombie o di quelle serie tv in cui le catastrofi ambientali o umane hanno ridotto la vita sul pianeta a poche comunità sparse che si fanno la guerra.
La fantascienza ha raccontato a più riprese un futuro in cui i cataclismi naturali o, più spesso, i cataclismi generati dai comportamenti miopi degli esseri umani ci lasciano senza risorse e in balia degli istinti animali più bassi. Se però in parte l’idea che il mondo finisca in un metaforico bagno di sangue può risultare estrema c’è comunque da tenere presente che occorre fare qualcosa per evitare, qualcosa che abbiamo visto e stiamo vedendo con la guerra in Ucraina, di trovarsi improvvisamente nella impossibilità di approvvigionarsi delle risorse principali necessarie alla sopravvivenza. I Prepper portano questa idea del fare qualcosa un passo più avanti.
Prepper è un termine inglese che viene dal verbo to prepare, preparare o prepararsi. E in effetti i Prepper sono quei cittadini che hanno deciso di fare qualcosa per prepararsi a ciò che potrebbe andare storto nella civiltà umana. È facile scambiarli tutti per i cosiddetti survivalisti ma in realtà il mondo dei Prepper è vario e variegato. In generale, essere un Prepper significa decidere di prepararsi ad una eventuale mancanza di risorse. E le risorse possono essere ambientali, come per esempio l’energia elettrica o il riscaldamento, oppure possono essere risorse vitali come acqua e cibo.
I Prepper più convinti arrivano anche a decidere di imparare tutta una serie di abilità e di skill che possono aiutarli a sopravvivere nel caso in cui la società globale dovesse collassare. Fare il Prepping significa quindi non soltanto creare una dispensa di oggetti, materiali e risorse da poter utilizzare nel momento in cui queste dovessero diventare scarse o non dovessero più essere disponibili. La differenza tra i vari stili di Prepping sta in quanto tempo i Prepper calcolano la propria sopravvivenza: 30 giorni, 3 mesi, un anno oppure di più.
L’idea di doversi preparare delle scorte di cibo in scatola, acqua, batterie, benzina e altre risorse per sopravvivere alla dipartita delle istituzioni pubbliche per almeno un mese forse ti sembra eccessivo ma le catastrofi naturali che diventano sempre più ricorrenti anche nel nostro Paese sono invece un problema molto reale che possono in parte essere affrontate proprio con un po’ di preparazione. Non devi diventare un Prepper a tutti gli effetti ma tenere almeno una borsa con ciò che può essere lo stretto necessario in caso tu sia costretto ad abbandonare la tua casa, magari per un terremoto o per una improvvisa alluvione, può aiutarti nellaffrontare questi cataclismi.
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