La raccolta differenziata dopo anni di attività evidentemente è ancora un mistero. In parte perché ogni comune adotta alcune differenze, in parte perché le campagne informative evidentemente non sono state così efficienti. Riciclare i rifiuti è l’unico modo per non intasare l’ambiente con i nostri scarti. Purtroppo esiste, oltre alla scarsa conoscenza, anche una cultura ancora poco sensibile al tema. E di conseguenza si deve intervenire normativamente sanzionando i trasgressori.
Chi abbandona i rifiuti rischia una multa fino a 150 euro. Nel caso in cui ci si trovi in spiaggia la sanzione massima viene alzata a 300 euro. Ma anche per chi sbaglia la raccolta differenziata c’è una sanzione, per errato conferimento di rifiuti. Certo, si deve essere “pizzicati” in flagrante, oppure all’interno dei rifiuti ci deve essere qualcosa che rimandi direttamente al trasgressore, come ad esempio delle bollette cartacee con nome ed indirizzo dell’intestatario. La maggior parte delle volte l’errato conferimento dei rifiuti passa inosservato per scarsità di controlli, ma ci sono dei casi in cui al contrario si leggono notizie piuttosto curiose, come quella riportata da bresciatoday.it.
Preservativo, cosa succede se si getta nel contenitore errato?
A Brescia a quanto pare la questione rifiuti è molto sentita, ed i controlli sono molto intensi. Al punto tale che una prostituta è stata multata per aver gettato un preservativo usato nel contenitore sbagliato. Certo, la componente di sfortuna ha giocato il suo ruolo, ma anche per i preservativi è importante sapere se possono essere riciclati o meno. Il preservativo è composto di lattice, materiale riciclabile nel contenitore della plastica.
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Ma il profilattico, se usato, non può più essere riciclato, e di conseguenza va gettato necessariamente nella raccolta indifferenziata. Sono davvero molti i dubbi che assalgono i cittadini quando devono differenziare i rifiuti. Nel momento dell’utilizzo del preservativo, per ovvie ragioni, non è certo uno dei pensieri principali, ma non va sottovalutato. Specialmente se come la donna che ha subito la sanzione ci si trova ad utilizzarlo in luoghi pubblici o in generale all’aperto.