A primavera la natura si risveglia e gli amanti delle orchidee non vedono l’ora di vederle rifiorire: ma perché a volte l’orchidea resta in letargo?
L’orchidea è una pianta che segue un particolare ciclo vegetativo durante l’anno. Nel periodo autunnale e invernale (da settembre/ottobre a marzo) non fa fiori né produce foglie nuove: tale fase è detta riposo vegetativo e corrisponde a una sorta di letargo dell’orchidea. In primavera, però, la pianta si ridesta e dà vita alle meravigliose fioriture che tutti conosciamo.
Ma perché in alcuni casi ciò non avviene e la nostra orchidea rimane dormiente? Le ragioni del letargo prolungato possono essere numerose. La prima è ambientale: l’orchidea necessita infatti di una sorta di shock termico per poter riprendere il proprio ciclo di fioritura, ma se le temperature sono ancora troppo basse ciò non avverrà. Una soluzione può dunque essere quella di spostare la pianta da un luogo più freddo a uno più caldo, inducendo noi stessi lo sbalzo di temperatura.
In secondo luogo potrebbe essere che la pianta è a corto di nutrienti: nel caso si trovi nello stesso vado da anni, ad esempio, il terriccio potrebbe ormai essere sterile. Per questo si consiglia il rinvaso, oppure di concimare la terra con fertilizzanti naturali specifici da acquistare o produrre in casa con la tecnica del fai-da-te. I gusci d’uovo, ad esempio, sono ricchi di minerali.
Sembra scontato dirlo ma a volte il problema può trovarsi nell’innaffiatura: che l’acqua che diamo alla nostra pianta sia troppa o troppo poca? Per innaffiare l’orchidea dobbiamo fare attenzione ad alcuni elementi: innanzitutto prima di dare di nuovo acqua il terreno deve risultare asciutto. In secondo luogo va evitato il ristagno dell’acqua, per questo si consiglia di mettere la pianta sotto all’acqua corrente, prestando attenzione a non far finire acqua nei pertugi formati dalle foglie.
In quel caso, infatti, si rischia un ristagno di acqua che potrebbe far marcire il cuore della pianta. Infine la luce solare: l’orchidea ama spazi luminosi, ma odia essere attaccata dai raggi solari diretti. Per questo la soluzione ottimale è collocarla in un ambiente luminoso ma protetto, ad esempio dietro a delle vetrate.
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