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Come leggere le etichette? E’ importante saperlo fare con consapevolezza, perché proprio l’etichetta costituisce un punto di riferimento nella scelta dei cibi e dei prodotti da consumare. Le etichette non sono fatte a caso, ma devono contenere alcune informazioni rilevanti, che ci possono indicare come regolarci. Tutto questo ha l’obiettivo di tutelare la nostra salute. Ultimamente si è dibattuto molto in tema di sicurezza alimentare, perché ci sono stati anche dei casi in cui non sono state adottate tutte le regole per garantire al consumatore la tutela del proprio stato di salute. Guardare l’etichetta, quindi, e sapere come essa è composta è il primo passo da compiere in nome di un’alimentazione sana.
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Indicazioni obbligatorie
Alcune indicazioni nell’etichetta sono obbligatorie e quindi devono essere riportate da tutti i cibi in commercio. Si tratta della denominazione dell’alimento, che specifica anche lo stato fisico nel quale si trova il prodotto, dell’elenco degli ingredienti (la lista di tutte le sostanze impiegate nella produzione, posizionate in ordine decrescente di peso). Eventualmente devono essere riportati anche i possibili allergeni che un cibo può contenere. Poi ancora la durabilità del prodotto, con l’indicazione della data di scadenza o del termine minimo di conservazione. Infine le condizioni di conservazione ed uso, il Paese d’origine e il luogo di provenienza e la dichiarazione nutrizionale, concentrandosi soprattutto sul valore energetico, sui grassi, sugli acidi grassi saturi, i carboidrati, gli zuccheri, le proteine e il sale per 100 grammi di prodotto.
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Coloranti
I coloranti corrispondono a delle complicate e lunghe definizioni chimiche, che non sono obbligatorie sulle etichette. Secondo le norme vigenti, però, sulla confezione deve essere stampata l’indicazione “colorato” o “con colorante”. Questa scritta deve stare a breve distanza dalla denominazione commerciale del prodotto. Poi nella lista degli ingredienti è possibile trovare l’elenco degli additivi in maniera più precisa. Per vedere le sigle dei coloranti, clicca qui.
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Dolcificanti
I dolcificanti sono degli additivi alimentari che vengono utilizzati come edulcoranti e per conferire un gusto dolce agli alimenti. Nell’Unione Europea si è deciso quali additivi possono essere usati negli alimenti e in che quantità. Tutti gli additivi alimentari devono essere riportati nell’elenco degli ingredienti, indicando la funzione dell’additivo e la sostanza specifica usata. In tutti i casi si deve utilizzare il codice di riferimento E, seguito da un numero specifico, oppure si può utilizzare la denominazione della sostanza. Per esempio, E 954 corrisponde alla saccarina ed E 951 all’aspartame (clicca qui per saperne di più sull’aspartame).
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Agenti di rivestimento
Gli agenti di rivestimento possono essere delle sostanze che danno una patina brillante alla superficie o che hanno lo scopo di proteggere il cibo dalle aggressioni esterne. Vengono utilizzati soprattutto nella frutta. Per questo è importante fare attenzione se sull’etichetta del prodotto sia specificato che la buccia è edibile. Se è riportata la scritta “buccia non edibile”, questo vuol dire che non si possono utilizzare i rivestimenti esterni per altri usi relativi al consumo. E’ sempre meglio rifornirsi da un agricoltore di fiducia o da produttori biologici.
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Glutammato
Il glutammato monosodico è il sale di iodio dell’acido glutammico. Si trova in molti cibi, fra i quali anche le verdure e i dadi da brodo. Bisogna stare attenti alle specifiche controindicazioni. E’ in corso, infatti, un dibattito sul fatto che questa sostanza possa fare male oppure no. Comunque la legislazione dell’Unione Europea lo classifica come additivo alimentare. Il glutammato monosodico può provocare dei fenomeni allergici ed esistono molti dubbi a proposito delle conseguenze che potrebbe causare sulla salute umana. E’ indicato dalla sigla E 621. Per saperne di più clicca su questo link.
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Diossina
La questione della diossina è piuttosto controversa. Di recente ci sono stati vari allarmi, come per esempio quello delle uova. Le regole possono essere piuttosto permeabili e, per rintracciare la presenza di questa sostanza, non devono essere trascurati i necessari controlli. Tuttavia è sempre bene valutare la provenienza di un determinato prodotto, per considerare anche i possibili controlli a cui può essere stato sottoposto. Ad esempio, sulle uova devono essere sempre indicati il tipo di allevamento, il codice Istat del Comune, la sigla della Provincia e il codice dell’allevatore.
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Acidi grassi idrogenati
Negli Stati Uniti dal 2006 è obbligatorio dichiarare sull’etichetta alimentare l’eventuale presenza di grassi vegetali non idrogenati. Tuttavia nel nostro Paese non esistono a livello istituzionale delle norme precise che regolino l’utilizzo di questi grassi, soprattutto in campo industriale. Spesso questa caratteristica non viene chiaramente evidenziata sull’etichetta. Le prime aziende ad attivarsi, per cercare di muovere la situazione in Italia, sono state quelle che producono alimenti biologici, puntando sulla qualità dei loro prodotti. Scopri tutti gli alimenti a basso indice glicemico.
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Wurstel
I wurstel vengono prodotti attraverso un processo che prevede la separazione meccanica della carne. Per questo si deve stare attenti alle informazioni riportate sull’etichetta. L’Autorità per la Sicurezza Alimentare europea ha elaborato un documento, per cercare di regolamentare un settore in cui non esistono norme di riferimento ben precise. Il dossier propone di adottare la percentuale di calcio come punto di riferimento per stabilire la quantità di carne separata meccanicamente presente. Ad esempio, il valore di 21 mg/100 g corrisponde al 10%, quello di 39 mg/100 g indica il 50%, 81,5 mg/100 g equivale al 90%. Infine il valore di 100 mg/100 g equivale al 93,6% di carne separata meccanicamente. Per sapere come sono fatti i wurstel puoi cliccare qui.
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Salumi
La questione dell’etichetta dei salumi riguarda quelli che vengono acquistati preincartati. Quelli commercializzati in forma sfusa sono sottoposte a regole meno restrittive. Quelli preincartati, secondo il regolamento europeo 1169 del 2011, devono presentare obbligatoriamente le indicazioni su qualsiasi ingrediente o coadiuvante tecnologico che possa provocare allergie o intolleranze. Anche se sono in forma alterata, tutti questi elementi devono essere inseriti nell’etichetta del prodotto preincartato.
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Pesticidi
Per fare attenzione ai pesticidi, bisogna soprattutto prestare attenzione alla provenienza di un prodotto. Una relazione recente dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare sui residui dei pesticidi negli alimenti ha dimostrato che in Europa il tasso di contaminazione degli alimenti importati da Paesi extraeuropei è 5 volte superiore a quello che si riscontra nei cibi provenienti dall’Unione Europea. Gli alimenti con le percentuali più elevate riguardo all’eccedenza rispetto ai limiti di legge sarebbero i broccoli, il cavolfiore, l’uva, i peperoni e le melanzane. Scopri quali alimenti biologici scegliere per evitare i pesticidi.
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Contaminazione da contenitori
Gli alimenti, per essere conservati e consumati, necessitano di involucri, che devono essere composti da materiali obbedienti a delle precise regole: non devono cedere i loro componenti chimici all’alimento, devono essere resistenti alle trasformazioni indotte da alcune componenti naturali dei cibi e devono avere la proprietà di non modificare le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche degli alimenti. I contenitori devono riportare la dicitura “per alimenti” o comunque deve essere specificato il loro uso. I contenitori per i liquidi devono riportare contrassegni che aiutino il consumatore a riconoscere i materiali utilizzati. LEGGI ANCHE: Torna l’allarme ftalati nei cibi: dove sono e come evitarli.
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