Uno studio dell’Università del Michigan ha messo a punto questo nuovo esperimento che a breve potrebbe dare un grande contributo alle rinnovabili
Uno dei problemi principali del fotovoltaico è che occupa una quantità di suolo molto grande, che generalmente viene destinata ad altro uso. Quindi l’energia rinnovabile e pulita si trova sempre in ballottaggio con altri interessi, e non sempre ne esce vincitrice. Sarebbe ottimale riuscire a creare energia senza “disturbare” nessuno. Tuttavia non è così semplice. Alcuni esperimenti sono in atto. A breve verrà installata la prima chiatta fotovoltaica italiana interamente galleggiante, nella regione del Piemonte, sfruttando riserve acquifere inutilizzate. Ma anche lì sorge il problema del disturbo alla fauna locale ed all’utilizzo in quantità di plastica.
È come se la coperta della sostenibilità fosse sempre troppo corta, al punto da lasciare qualche parte, o interesse, scoperto, e quindi scontento. Mentre si cercano esperimenti nuovi la crisi energetica continua ad incedere con passo rapido, come rapida è la crisi economica che vi si affianca. Nel 2003 a Roma c’è stato un black out totale di sole poche ore durante la notte, eppure si è scatenato il panico totale. Esempio della dipendenza energetica.
In tema di sostenibilità e ricerca si può dire che gli Stati Uniti doppiano notevolmente l’Europa. Uno dei problemi per inserire negli oggetti quotidiani le celle fotovoltaiche è che esse sono opache, e non lasciano passare la luce. Uno studio portato avanti dall’Università del Michigan ha dimostrato che le celle solari possono anche essere trasparenti. Se queste celle uscissero a breve dal laboratorio per entrare in produzione industriale, si potrebbe avere produzione di energia direttamente dalle finestre di casa. E con un aiutino economico da parte dello Stato ci si potrebbe avvicinare al concetto di autosufficienza energetica.
Per il momento la trasparenza raggiunta è al 50 per cento, con una sfumatura leggermente verdastra che potrebbe essere utile per le vetrine dei negozi o per alcuni uffici. Da parte del team del Michigan, il punto della situazione è il seguente: “In linea di principio, ora possiamo ridimensionare le celle solari organiche semitrasparenti a due metri per due metri, il che avvicina le nostre finestre molto più alla realtà”. Spiega Stephen Forrest, che ha guidato il lavoro.
Le celle solari semitrasparenti potrebbero essere finalizzate entro un paio d’anni, con un’efficienza energetica del 10 – 15 per cento. Questo consentirebbe un grande passo avanti verso la sostenibilità negli oggetti quotidiani, che è l’unica soluzione per non chiedere alle persone sacrifici sui consumi che non sono disposti a fare, neanche in nome della salvezza del pianeta.
L’auspicio è che a breve il semitrasparente diventi completamente trasparente, così da entrare in produzione anche per uso domestico. le finestre con le rinnovabili consentirebbero non solo di far entrare luce, ma anche di produrre da sé l’energia, senza più dover pensare alla bolletta elettrica.
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