Il periodo di gustare i fichi finalmente si avvicina, ma in molti temono che facciano ingrassare: scopriamo insieme se è davvero così e le loro proprietà.
I fichi sono tra i frutti più dolci e gustosi che la natura ci offre, ma chi vuole gustarli di stagione può trovarli solo in due periodi molto limitati dell’anno. Alcuni nascono in autunno e maturano in primavera e prendono il nome di primaticci o fioroni, gli altri si trovano più tipicamente a settembre, a fine estate, e sono considerati i fichi veri e propri.
I fichi possono essere bianchi o neri: entrambe le tipologie risultano particolarmente dolci e apportano proprietà benefiche all’organismo. Di contro, però, sono considerati molto calorici a causa del loro alto tasso zuccherino: ma sarà davvero così? In realtà i fichi freschi hanno un apporto calorico di circa 50 calorie per 100 grammi, la maggior parte delle quali è costituita da carboidrati (88%).
Per questa ragione possono essere consumati anche da chi vuole stare attento alla linea, a patto ovviamente di non esagerare. E per chi deve andarci piano con l’apporto di zuccheri? I fichi hanno un indice glicemico piuttosto basso, cioè pari a 35, e possono dunque essere mangiati da tutti. Un discorso diverso si può fare invece per i fichi secchi: come la maggior parte della frutta disidratata, i fichi secchi risultano particolarmente zuccherini e andrebbero dunque evitati.
I fichi sono inoltre ricchi di vitamine e minerali, in particolare contengono calcio, ferro e potassio, dal potere antiossidante, e vitamine dei gruppi A, B e C, utili per preservare la salute di occhi, denti e pelle. I fichi sono inoltre ricchi di fibre, proprio come l’avena, e costituiscono un buon aiuto per coloro che soffrono di stipsi o necessitano di regolarizzare il transito intestinale. Un consumo eccessivo di fichi potrebbe avere effetto lassativo indesiderato, inoltre chi soffre di diabete o obesità dovrebbe consumarne con moderazione.
I fichi sono conosciuti soprattutto nelle zone tropicali del mondo o in quelle a clima mediterraneo. Sono ad esempio diffusissimi in Sicilia, in Calabria o in Puglia, dove sono entrati a far parte di numerose preparazioni tradizionali. Essi si possono consumare freschi o essiccati, se ne possono inoltre ricavare gustose confetture.
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