Il cambiamento climatico sta avendo conseguenze evidenti sulla salute del nostro pianeta, anche sul livello dei laghi che costituiscono la maggior parte delle nostre riserve d’acqua dolce.
Cosa sta succedendo ai laghi e ai fiumi di tutto il mondo? Nonostante il nostro pianeta sia ricoperto per il 70% di acqua, solo una piccola percentuale di essa è destinata al consumo umano e animale. In particolare si parla di circa il 2,5% dell’acqua che si trova sulla terra, distribuita tra laghi e bacini idrici che costituiscono sicuramente la nostra risorsa più importante.
Eppure la salute delle nostre riserve d’acqua dolce è a rischio, principalmente a causa del surriscaldamento globale e del cambiamento climatico ormai in corso. Per monitorare l’andamento e i livelli dei nostri laghi e bacini idrici, nonché il cambiamento che questi ultimi hanno subito nel corso degli scorsi decenni, il professor Fangfang Yao dell’Università della Virginia e alcuni colleghi americani, francesi e arabo-sauditi hanno deciso di sviluppare una tecnica per misurare i cambiamenti nei livelli dell’acqua in ben 1972 tra i più grandi laghi del mondo.
Per riuscirci si sono serviti di migliaia e migliaia di immagini satellitari (circa 250mila), raccolte tra il 1992 e il 2020. Nel corso di circa 30 anni, ben il 53% dei laghi attenzionati ha subito un calo nello stoccaggio di riserve idriche. In particolare sono stati interessati dal fenomeno i laghi che si trovano in prossimità di zone altamente popolate, di contro il 24% dei bacini lacustri che sorgono in aree sottopopolate ha registrato un aumento nei propri livelli idrici.
Da ciò risulta evidente come agire sulle modalità di consumo umano sia di primaria importanza. Poiché se è vero che a questo prosciugamento stanno contribuendo anche cause quali un naturale processo di sedimentazione, è vero anche che la causa principale di questa situazione di emergenza sia da ritrovare nel consumo idrico da parte dell’uomo.
Pertanto “possiamo adattarci ed esplorare nuove politiche per ridurre questo declino su larga scala“, ha affermato il professor Ben Livneh, coautore della ricerca in esame. Nel mondo più di 2 miliardi di persone hanno accesso limitato all’acqua potabile, inoltre grandi laghi e fiumi (ad esempio il lago d’Aral che ormai è quasi del tutto scomparso o i fiumi Tigri ed Eufrate) stanno subendo un celere prosciugamento. Invertire questa rotta è di vitale importanza: serve “solo” rendersi conto di quanto l’acqua sia importante per il proseguimento della vita.
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