Protezione animali: specie rare a rischio per colpa dei collezionisti

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La protezione degli animali si muove non solo per tutelare le specie rare già conosciute, ma anche per salvaguardare flora e fauna sconosciute, appena scoperte, che già sono in via di estinzione. La causa di questo fenomeno? Semplice. È sempre l’uomo. Bracconieri e collezionisti con la loro azione minano la vita degli animali. È per questo che i ricercatori ritengono sia il caso di tenerli segreti.

La caccia scellerata o il mercato nero di specie di animali introvabili è in grado di distruggere interi habitat naturali, eliminando di fatto la biodiversità che caratterizza un determinato ambiente, un territorio. Si scopre, infatti, che i collezionisti di animali sono aggiornatissimi sull’evoluzione delle ricerche scientifiche e, pur di avere in casa l’ultimo esemplare di un animale in via di estinzione, sono disposti a sborsare qualsiasi cifra. I cacciatori di frodo sanno di poter fare leva su questo e guadagnare migliaia e migliaia di dollari su una simile attività.
Indicare la localizzazione geografica di una nuova specie -spiegano i ricercatori- può pregiudicarne la vita spessa. La soluzione migliore per garantire una piena tutela degli animali? Un’azione di protezione dello Stato in cui viene fatta la scoperta, con misure di tutela ambientale che sappiano salvaguardare l’ecosistema e gli animali.
La notizia è stata resa pubblica in concomitanza con la scoperta scientifica di una nuova vipera -rinvenuta in Tanzania-, animale raro che però è presente nel Pianeta Terra da due milioni di anni: i ricercatori, in accordo con l’editore, hanno scelto di non pubblicare la località del ritrovamento. A chi si è chiesto perché, ecco la risposta.
photo: wolf359

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