In tema di protezione degli animali non può essere ignorato il fatto che nel Mediterraneo sono in pericolo gli squali e le razze. Per questo occorrerebbe che venissero prese delle misure urgenti per ciò che riguarda la tutela della biodiversità animale marina. Un appello accorato in questo senso giunge da Oceana, l’organizzazione internazionale per la conservazione marina. Il principale pericolo sarebbe rappresentato dalla pesca eccessiva, che mette a rischio le specie di pesci in questione. Di tutto ciò i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo dovrebbero esserne consapevoli.
Spesso ci si è chiesti come sta il Mediterraneo dal punto di vista dell’inquinamento del mare. La situazione che ne è emersa non è certo delle migliori, visto che nel Mediterraneo sono state riscontrate considerevoli quantità di petrolio e di plastica. Se al problema dell’inquinamento delle acque marine uniamo la questione dell’eccessivo sfruttamento ittico, la situazione si fa davvero insostenibile. Non dimentichiamo d’altronde che per ciò che concerne la tutela del mare il Mediterraneo italiano è al primo posto per risorse naturali.
Un altro problema da non trascurare, oltre a quello della pesca, è costituito dal degrado dell’habitat naturale, che ha portato alla drastica riduzione nel corso del tempo di altre specie di pesci, come ad esempio smerigli e pesci martello. Per questo Ricardo Aguilar, Direttore della Ricerca per Oceana in Europa, ha dichiarato:
Riconoscere formalmente queste specie come minacciate o in pericolo, secondo l’Annesso II della Convenzione di Barcellona, rappresenta un passo fondamentale per aumentarne il livello di protezione. La Ue e i 21 Paesi firmatari della Convenzione di Barcellona hanno l’opportunità, l’importante responsabilità, di decidere il futuro di queste specie nel Mediterraneo.