Prugnolo selvatico, una pianta ricca di benefici. Se non li conosci ecco qui una mini guida che ti sarà assolutamente utile.
Conoscete il “Pruno selvatico o Prugnolo“? appartiene alla famiglia delle Rosaceae ed il nome deriva dal greco “prunon” che indica il frutto, ed il latino “spinosus” specifica invece che è una pianta spinosa. Con un’altezza che può arrivare ai cinque metri di altezza, il tronco si distingue per la corteccia cenerina lucida.
I fiori sono belli da vedere merito del loro colore bianco, del fatto che sono piccoli ed hanno un profumo intenso, spesso presi di mira dalle api. Il frutto è una pallina sferica di circa 1 cm – come si vede nella foto sopra – nerastra con pruina azzurra. Il suo sapore è aspro che esplode in dolcezza quando è matura, acida quando ancora è acerba.
Il prugnolo selvatico ha una curiosa particolarità, ovvero il fatto che i suoi fiori e le foglie si intrecciano talmente tanto da creare una barriera notevole, impenetrabile persino per animali molto imponenti come i cinghiali. Il prugnolo selvatico è una risorsa continua, primo perché il legno che si ricava dai rami viene usato dagli artigiani per produrre degli attrezzi. E poi – come abbiamo anticipato, il prugnolo è apprezzato dalle api, catturate dal profumo dei fiori che ricorda quello del miele.
Ma veniamo alle caratteristiche dei fiori; contengono tannini, amigdalina, canferolo, oli essenziali, gomme, resine, solo per citarne alcuni. I frutti, invece, sono ricche di vitamine ed hanno una sostanza che prende il nome di “cumarinica”, questo permette di diminuire la fragilità dei vasi sanguigni.
I fiori vanno raccolti appena schiudono e vengono impiegati nelle varie preparazioni che vanno da sedativi, diuretici, espettoranti. Inoltre favoriscono la digestione oltre a dare sollievo all’intestino. I frutti sono perfetti astringenti e diuretici.
Le nonne erano anche preparate sul prugnolo selvatico e da sempre lo hanno utilizzato per combattere malanni quali ad esempio il raffreddore, nel vino vengono immersi i frutti del prugnolo creando un decotto per dire addio a tosse. Ingerito insieme al miele per ottenere una doppia efficacia, bye bye malanni stagionali!
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…