Rinunciare a buon gelato è piuttosto difficile e rinunciare alla punta di cioccolato del cono lo è ancora di più: eppure bisognerebbe farlo per la salute.
Quanta soddisfazione può dare mangiare un buon gelato in estate? Questa merenda dolce e rinfrescante è sicuramente una delle nostre preferite, sia che si tratti di gelati artigianali da comprare nelle gelaterie sia di gelati confezionati dai grandi marchi, ad esempio Algida, Motta o Sammontana. Tra i gelati che vanno per la maggiore vi è sicuramente il cono, noto anche come cornetto.
Negli ultimi anni i gelati confezionati si sono arricchiti di decine di versioni particolari, con gusti che spaziano ampiamente rispetto al classico cono al cioccolato o alla vaniglia. I puristi del cornetto, però, si accontentano anche della versione tradizionale e spesso la loro soddisfazione maggiore è arrivare alla punta al cioccolato del cono.
Quel piccolo angolo di paradiso, infatti, è la chiosa perfetta per una merenda gelato: nella punta del cono troviamo un tocco di cioccolato croccante, che non si è sciolto al caldo dell’estate. Da una parte la consistenza e il gusto della punta di cioccolato, ma dall’altra una controparte negativa: proprio quella croccantezza, infatti, indica che il cioccolato è stato trattato chimicamente, risultando poco salutare per l’organismo.
Per fare in modo che i grassi del cioccolato non si sciolgano, infatti, esso subisce una lavorazione chimica detta idrogenazione con la quale si vanno ad aggiungere molecole di idrogeno al composto. A renderlo noto è stato uno studio del chimico Bert Weckhuysen dell’Università di Utrecht, il quale ha confermato che il processo trasforma i grassi da insaturi a solidi. In altre parole, gli stessi grassi “cattivi” che troviamo nelle merendine industriali, nei cibi da fast food e in molti altri alimenti.
I grassi solidi o idrogenati (definizione che deriva dall’aggiunta delle molecole di idrogeno, appunto) sono dannosi per la salute, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda agli adulti e ai bambini di limitare il consumo di grassi saturati al massimo al 10% delle calorie giornaliere assunte.
Per ovviare al problema della punta del cono al cioccolato alcune aziende stanno vagliando alternative, ma per ora la scelta migliore sarebbe rinunciare alla punta del cono, con nostro sommo dispiacere! Ridurre l’apporto di zuccheri e grassi, infatti, può avere benefici a breve e lungo termine sul nostro organismo.
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