Il caffè potrebbe scomparire: le previsioni in uno studio non sono per nulla positive. Il motivo e cosa si sta facendo per frenare il fenomeno
Il caffè, soprattutto per noi italiani, è sacro. Una bevanda alla quale non si può fare a meno, un rito che scandisce le giornate, a casa come al lavoro e che racconta parte della nostra tradizione, di quello che siamo abituati a fare, anche se nessuno forse ne conosce la formula perfetta. Una prerogativa non solo italiana, ma mondiale. Basta pensare, infatti, che il caffè è la seconda bevanda più consumata al mondo dopo l’acqua.
Tra qualche anno però potremmo vedere modificate le nostre abitudini ed essere costretti a ridimensionare il consumo del caffè. Il motivo? La pianta potrebbe via via scomparire. Sarà infatti sempre più difficile coltivarla. Una vera “catastrofe” per gli amanti di questa bevanda. Ma vediamo quali sono le cause alla base di questo possibile cambiamento.
Il caffè potrebbe scomparire: lo studio
Il caffè, in un tempo non troppo lontano, potrebbe scomparire. Come è possibile? È la prima domanda che viene spontaneo porsi. Tutta colpa del cambiamento climatico e dei suoi effetti sull’ambiente. A dirlo è uno studio elaborato da Climatic Change che parla del dimezzamento della coltivazione della pianta del caffè entro il 2050 perché il suolo da dedicare alle colture sarà sempre di meno.
L’aumento delle temperature metterà in campo sempre più difficoltà per la coltivazione del caffè, soprattutto quello Arabica, il più pregiato, che rappresenta circa il 70% della produzione mondiale che viene coltivato ad altitudini maggiori. Il resto, di qualità Robusta, resiste, invece, decisamente meglio al caldo.
Oltre che la diminuzione della produzione dell’Arabica nei prossimi anni, ci si aspetta anche un vero e proprio spostamento delle coltivazioni ad altezze maggiori per contrastare il caldo anche se tra i fattori che influiscono sulle difficoltà ci sono anche la scarsità delle piogge, l’estrema siccità e la presenza di nuovi parassiti che attaccano le piante.
Le conseguenze per i produttori
A farne le spese di questi drastici cambiamenti sono soprattutto i produttori, quelli più piccoli ma che rappresentano circa l’80% dei lavoratori di questo settore. Gli spostamenti verso altre aree li metterà in serie difficoltà e per questo le grandi organizzazioni stanno lavorando già da ora per cercare di attutire il colpo. In particolare, si sta investendo nello sviluppo di nuove varietà di caffè, che siano più resistenti sia al caldo che alle malattie portate dai parassiti.