Conto alla rovescia per l’accensione del riscaldamento domestico: tutte le date da Nord a Sud, come prevede la normativa in Italia.
In questi giorni, viene diffuso il calendario aggiornato che concerne l’accensione del riscaldamento in diverse zone climatiche in Italia per l’anno 2023: si tratta di un promemoria utile alle famiglie italiane e che si basa sul Decreto del Presidente della Repubblica del 26 agosto 1993 n. 412. Sono dunque norme in vigore da un trentennio e negli anni spesso sono state avanzate richieste di aggiornamento.
Nel decreto presidenziale, si stabiliscono requisiti minimi di isolamento termico per gli edifici e temperature massime e minime consentite, si danno disposizioni sulla manutenzione e vengono rese note le caratteristiche tecniche degli impianti. Inoltre, si gettano le basi per il sistema di certificazione energetica oggi vigente nel nostro Paese.
I limiti del decreto, a fronte di continui aggiornamenti sulle norme, anche in campo europeo, riguardanti la sostenibilità sono ben evidenti. Nel 2023, ad esempio, l’Unione Europea ha messo al vaglio delle proprie istituzioni due nuovi regolamenti riguardanti i sistemi di riscaldamento.
Il cardine che sembra ancora indiscutibile su cui ruota questo decreto è la divisione dell’Italia in sei zone climatiche, con calendari diversi da zona a zona che riguardano l’accensione del riscaldamento:
Si tratta di un calendario che però può essere modificato: infatti, l’ultima parola spetta ai sindaci ed è così che ad esempio i primi cittadini di due grandi città come Milano e Bologna hanno posticipato la data di accensione degli impianti di riscaldamento nel 2023.
In tempi di crisi, inoltre, sono tante le famiglie italiane che anche quest’anno probabilmente non potranno permettersi di tenere accesi i riscaldamenti troppo a lungo e ognuno cerca il trucco perfetto per risparmiare sul riscaldamento domestico.
La zona A comprende poche località tutte in Sicilia, nello specifico nella provincia di Agrigento, dove l’accensione dei termosifoni è possibile solo dal primo di dicembre e viene limitata fino al 15 marzo. Inoltre, sarà possibile accendere i riscaldamenti in case e uffici soltanto per sei ore al giorno.
I tre comuni della zona A sono due isole, Lampedusa e Linosa, e la cittadina di Porto Empedocle, la più a Sud se si eccettuano le isole citate.
Più vasta è sicuramente l’area che fa parte della zona B, anche se – come nel caso precedente – il periodo di accensione va sempre dal primo dicembre fino al 31 marzo. La differenza è che in questa zona del Paese sarà possibile accendere i riscaldamenti per otto e non per sei ore al giorno.
Fanno parte di questa zona, in particolare, le aree costiere della Sicilia e la Calabria meridionale. Nello specifico, sono interessate da questo dispositivo Agrigento, Catania, Messina, Palermo, Siracusa, Trapani in Sicilia, mentre dall’altra parte dello Stretto ci sono Reggio Calabria e Crotone.
Diverse località del Sud Italia, ma non solo, sono inserite nella zona C, che comprende 16 province della Penisola, inclusa Napoli, il centro maggiormente popoloso del Sud Italia. Qui il periodo di accensione va dal 15 novembre al 31 marzo e sarà consentito farlo per dieci ore al giorno.
Le province interessate sono Cagliari, Oristano e Sassari in Sardegna, Caserta, Benevento, Napoli e Salerno in Campania, Imperia in Liguria, Latina nel Lazio, quasi tutta la Puglia, con Bari, Lecce, Brindisi e Taranto, le province calabresi di Cosenza e Catanzaro.
Nella zona D è inclusa Roma: nella Capitale del Paese sarà possibile accendere i riscaldamenti in case e uffici dal primo novembre e fino a metà aprile, per un periodo di 12 ore al giorno. Questa zona è la seconda per ampiezza e ne fanno parte gran parte delle province del Centro Italia.
Nello specifico fanno parte di questa ampia zona tutte le Marche, Genova, La Spezia, Savona in Liguria, tutta la Toscana con l’eccezione di Arezzo, Terni in Umbria, Forlì in Romagna, Pescara, Teramo e Chieti in Abruzzo, Viterbo e Roma nel Lazio e poi le province del Sud e delle Isole: Vibo Valentia, Avellino, Caltanissetta, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro.
La zona più ampia per numero di province e abitanti è invece la zona E, in cui il periodo di accensione dei riscaldamenti va dal 15 ottobre al 15 aprile, per un monte ore giornaliero di ben 14 ore. Nella lista è inclusa la città di Milano, che come detto ha avuto uno slittamento di date e i riscaldamenti nel 2023 potranno essere accesi soltanto dal 22 ottobre.
Questo l’elenco che comprende gran parte del Nord del Paese (oltre a Milano ci sono anche Torino e Bologna):
Nella zona F non esiste alcuna limitazione di periodo o orario all’accensione dei riscaldamenti e possiamo per tale ragione definirla una vera e propria free zone. Si tratta di una zona molto ristretta, costituita da una manciata di province alpine, ovvero Cuneo, Belluno e Trento.
Soprattutto in queste province, dove è importante difendersi dal freddo, ma ugualmente risparmiare, rispetto al riscaldamento domestico sarà necessario fare una scelta che sia sostenibile.
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