Diversi rappresentanti degli schieramenti politici hanno cercato soluzioni per la crisi energetica ed è riemerso il carbone ma quali sono le possibili ricadute sul clima e le emissioni di gas serra che rischiamo?
Il nuovo piano energetico messo nero su bianco dal Ministero per la Transizione Ecologica prevede una serie di comportamenti e di interventi per riuscire a superare l’autunno e l’inverno senza che la nostra vita debba peggiorare sul breve periodo. Ma alcune delle soluzioni che si intendono adottare rischiano di avere nel futuro grosse e pesanti ripercussioni.
Perché se da una parte ci viene consigliato di ridurre la durata delle docce, di indossare indumenti più caldi e pesanti e di ridurre il numero delle ore in cui teniamo accesi i riscaldamenti, dall’altra ci sono anche gli interventi che il Governo ha intenzione di mettere in campo per produrre l’energia che potrebbe mancarci nel caso in cui, e a questo punto non è un’ipotesi da scartare, dovessimo improvvisamente fare a meno del gas proveniente dalla Russia. Tra questi c’è l’utilizzo massiccio del carbone.
Come paese facente parte dell’Unione Europea anche l’Italia ha firmato un protocollo per la decarbonizzazione completa del paese. In questo protocollo è stabilito che il carbone va abbandonato come fonte energetica del tutto entro il 2025. Ma, ora che la crisi energetica si fa più cupa, anche il carbone è stato rispolverato come possibile carburante per le centrali elettriche. Si tratta di un passo indietro pericoloso.
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Un passo indietro che, come sottolinea Toni Federico Responsabile del gruppo di lavoro Energia e Clima di Asvis, rischia di farci produrre in due anni una quantità di emissioni di gas serra pari al 6% di tutte le emissioni di gas che abbiamo rilasciato in atmosfera durante il 2019. Lo stesso Federico però sottolinea come al momento non si possa fare altrimenti. E non possiamo fare altrimenti per diversi motivi, uno di questi è l’evidente ritardo nello sviluppo e nella diffusione delle fonti rinnovabili.
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Anche questo disperato tentativo di sopperire alla mancanza di gas andando a sfruttare il carbone, che tra l’altro è un combustibile con una scarsa efficienza nella produzione di energia elettrica, dimostra come occorra ripensare nel suo complesso tutto il sistema Italia e il sistema Europa. Abbagliati dall’idea che le fonti di energia e le materie prime su cui si è fondata la rivoluzione industriale potessero essere infinite ci troviamo adesso a dover correre e in salita per riuscire a evitare di distruggere il pianeta, le nostre società o entrambi.
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