Per gli impianti fotovoltaici che hanno una potenza fino a 20 Kw non è più necessario e obbligatorio iscriversi al registro nazionale per ricevere gli ecoincentivi. Così è stato stabilito nel Quinto Conto Energia, che è stato firmato dal ministro dell’Ambiente e dal ministro dello Sviluppo Economico, in base a quanto è stato reso noto dal sottosegretario al ministero dell’Ambiente, Tullio Fanelli. Un obiettivo quindi raggiunto per le associazioni del settore, che avevano chiesto tutto ciò, in modo da riuscire a garantire la protezione di un settore lavorativo che sta offrendo molte possibilità.
A cura di Gianluca Rini
L’Italia è all’avanguardia nel settore delle energie rinnovabili e in particolare in quello del fotovoltaico e la questione dell’iscrizione al registro per i piccoli impianti è stata oggetto di un ampio dibattito.
Inizialmente la soglia per l’iscrizione obbligatoria era stata posta a 12 Kw, adesso è invece stata alzata a 20 Kw, a fronte comunque di un abbassamento del livello degli incentivi garantiti.
La questione è stata affrontata anche nell’ambito della Conferenza Stato – Regioni e una delle richieste più pressanti era stata appunto la possibilità di adottare una linea più morbida per l’iscrizione al registro nazionale.
Il Quinto Conto Energia rappresenta un’opportunità da non sottovalutare per far continuare a procedere il nostro Paese sulla linea dello sfruttamento delle ecoenergie, le quali possono rappresentare il fulcro dello sviluppo sostenibile.
La strada dell’energia pulita è ampiamente percorribile e il Quinto Conto Energia, con le proprie regole e con i provvedimenti stabiliti, può essere un sostegno importante in questo senso.
Clini: “Ormai ci siamo”
Corrado Clini è intervenuto sulle modifiche che sono state apportate al quinto Conto Energia e ha detto di essere sicuro riguardo al testo del decreto che rimodulerà ancora una volta le tariffe incentivanti per il fotovoltaico. Clini ha detto che rimane soltanto qualche dettaglio da definire, ma ormai il Governo pensa di essere arrivato fino in fondo. Tra l’altro sulla questione è intervenuto anche Guido Bortoni, presidente dell’autorità per l’energia elettrica e il gas.
Bortoni ha detto che gli incentivi per le rinnovabili elettriche, anche se sono diminuiti, comunque rimangono superiori ai livelli europei.
Bortoni in particolare ha dichiarato: “Solo un ridimensionamento dei futuri incentivi alle rinnovabili elettriche può consentire di trasferire risorse allo sviluppo delle fonti rinnovabili termiche e all’efficienza energetica, nell’auspicio di poter così cogliere anche i punti di forza dell’industria italiana in tali settori“.
Intanto Corrado Passera ha annunciato le modifiche apportate al decreto. Si tratta di una maggiore flessibilità nella definizione delle soglie per l’iscrizione al registro nazionale degli impianti, con l’eccezione di cinque categorie: impianti innovativi, a concentrazione, in sostituzione dell’amianto, delle amministrazioni pubbliche, nelle zone terremotate dell’Emilia Romagna.
Inoltre si è pensato di semplificare le procedure per l’iscrizione al registro e di introdurre dei premi per i prodotti di origine europea. Col quinto Conto Energia si è deciso di ampliare gli incentivi anche per i fabbricati rurali, per le cave e per le miniere. Non resta che attendere la conferma del testo.
Anche all’interno del mondo della politica rimangono degli scontri relativamente alle modifiche da apportare al quinto Conto Energia. Dopo le proteste da parte delle associazioni del settore, anche il Governo sta incontrando delle difficoltà interne. La contesa è relativa in particolare all’innalzamento della soglia degli impianti da iscrivere necessariamente al registro. Il ministro Clini vorrebbe aumentare la soglia da 12 a 20 kWh, ma il ministro Passera non è d’accordo, per motivi di carattere economico.
Un’altra delle modifiche che non si vogliono considerare è quella relativa al rinvio del nuovo sistema per gli incentivi per le rinnovabili al primo giorno del mese di ottobre di quest’anno. Le polemiche sul nuovo Conto Energia continuano, anche sul piano politico.
E sulla questione è intervenuto il senatore Pd Francesco Ferrante, che sostiene che sia incomprensibile come mai dopo 20 giorni da quando Regioni, Province e Comuni hanno espresso parere favorevole ancora non si riesca a proseguire e ad emanare i nuovi decreti.
Ferrante ha spiegato che “questa perdurante fase di stand by accresce sempre di più un’incertezza dannosissima per il settore“. Inoltre secondo il senatore, responsabile energia e politiche dei cambiamenti climatici del Pd, delle possibili “brutte sorprese” da parte del ministero dello Sviluppo economico sarebbero un “atto grave” e “istituzionalmente scorretto nei confronti delle Regioni“.
Si continua quindi a discutere delle novità sul quinto Conto Energia, sperando che al più presto si possa fare maggiore chiarezza sulla questione ed arrivare quindi ad un punto maggiormente concreto.
Sul quinto Conto Energia sono emerse anche delle indiscrezioni, che si configurano come delle vere e proprie anticipazioni sulle modifiche che il Governo avrebbe intenzione di apportare. A rivelare queste notizie è stato Sebastiano Serra, capo della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente. Per il momento ci troviamo in una fase di stallo, perché sembra che ci sia un mancato accordo fra il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.
In particolare si tenta di sciogliere i nodi che riguardano l’obbligo di iscrizione al Registro degli impianti e la data di entrata in vigore del nuovo provvedimento. Sebastiano Serra comunque rivela che a quanto pare sono aumentate le risorse complessive destinate alle energie rinnovabili e probabilmente è stata risolta anche la questione che riguarda la sostituzione dell’amianto con i pannelli fotovoltaici.
Per queste sostituzioni infatti sarebbero stati disposti dei premi incentivanti. Inoltre il Governo avrebbe operato una distinzione delle soglie per iscriversi ai Registri. Non ci sarebbe più una soglia unica per tutte le fonti a 50 kW, ma la soglia sarebbe a 60 kW per l’eolico, a 250 kW per l’idroelettrico e a 200 kW per le biomasse.
Nello specifico per biomasse e biogas verranno introdotti dei premi collegati anche alla possibilità di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Inoltre, secondo le prime indiscrezioni, ci si starebbe adoperando anche per semplificare le procedure per iscriversi ai Registri, sia per quanto riguarda il fotovoltaico che per ciò che concerne le altre fonti rinnovabili.
Le associazioni ambientaliste però non sono pienamente soddisfatte delle modifiche che potrebbero essere effettuate al quinto Conto Energia dopo le richieste al Governo da parte degli Enti locali. Il documento proposto dalle Regioni dopo la conferenza del Governo non piace in tutti i suoi aspetti alle associazioni del settore. E’ vero che il ministro ha aperto alle modifiche spiegando di voler accogliere alcune richieste e quindi mostrando una certa apertura nei confronti delle modifiche da poter apportare al testo del nuovo Conto Energia.
Ma è anche vero che secondo le associazioni rimane un po’ di delusione per alcune delle decisioni prese dalle Regioni in termini di modifiche proposte. Lo spiega Valerio Natalizia, presidente GIFI-ANIE, che punta l’attenzione sul fatto che ci sono ancora dei punti critici da risolvere.
Le associazioni non condividono lo strumento “in quanto tale”, dal momento che sono convinti che, come ha affermato l’Unione Europea, “aumenta la burocrazia ed i costi creando maggiore incertezza a scapito della bancabilità dei progetti“.
Troppa burocrazia, quindi, che dovrebbe essere eliminata secondo le associazioni. Spiega Natalizia: “Lo sviluppo sostenibile del mercato fotovoltaico non si basa sull’aumento delle tariffe incentivanti ma sull’eliminazione delle barriere burocratiche e delle incertezze legate al registro ed ai limiti ‘imposti’. L’industria nazionale ha bisogno di misure lungimiranti che servano a stimolare la competitività del sistema produttivo nel suo complesso“.
Natalizia sostiene che l’aumento a 6,759 miliardi in totale non è sufficiente, anche se rimane comunque un importante passo in avanti. Viene ribadita però la necessità di arrivare a 7 miliardi di euro. Le associazioni sono contente del ritorno dei bonus per sostituire i tetti in eternit e per chi utilizzerà componenti europee.
Il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera ha spiegato, nel corso della Conferenza di pochi giorni fa, che le modifiche proposte dalle Regioni saranno ascoltate. Ma di cosa si tratta nello specifico? Cosa chiedono nel dettaglio gli enti locali per quanto riguarda il quinto Conto Energia? Sono diverse le modifiche che vengono richieste dalle Regioni e bisognerà capire nel corso delle prossime settimane quali saranno quelle che verranno prese in considerazione dal Governo.
Intanto però si può fare un’analisi delle richieste di modifica. In particolare si chiede di posticipare l’avvio del quinto Conto Energia al prossimo 1 ottobre. Le Regioni chiedono che fino al 31 dicembre 2012 si debba applicare agli impianti su aree pubbliche il quarto Conto Energia.
Inoltre viene chiesto l’aumento del tetto di spesa dai 500 milioni di euro all’anno previsti dal Governo ad una somma di 749 milioni di euro ogni anno. Inoltre si vuole evitare l’obbligo dell’iscrizione per gli impianti con potenza fino a 100 kW (purché il costo semestrale delle agevolazioni non sia superiore di 50 milioni di euro) e per gli impianti installati per sostituire coperture in eternit, purché siano con potenza fino a 100 kW.
Per quanto riguarda l’accesso al registro, le Regioni inoltre chiedono di assegnare un punteggio maggiormente elevato a chi impiega materiali europei almeno nell’80% dell’installazione, a chi colloca gli impianti in miniere e cave non più utilizzate, a chi installa impianti sostituendo coperture in amianto o a chi installa gli impianti a favore delle attività produttive.
Un’altra delle richieste più importanti riguarda l’abbassamento a 2 mesi per quanto riguarda il tempo massimo entro il quale il GSE dovrà prendere in considerazione la domanda.
La Conferenza Stato Regioni
A cura di G. Rini
La questione del Quinto Conto Energia 2012 è stata affrontata nell’ambito della Conferenza Stato – Regioni e il ministro dell’Ambiente Corrado Clini sarebbe rimasto piuttosto soddisfatto. La Conferenza Stato – Regioni ha rappresentato il terreno di confronto fra le posizioni del Governo e quelle delle associazioni del settore che hanno chiesto di eliminare i tagli agli incentivi, che rischiano di mettere in crisi il settore del fotovoltaico in particolare e quello delle energie rinnovabili in generale.
Clini ha dichiarato: “Si sta concludendo la Conferenza unificata in maniera positiva. Sono superate le dichiarazioni del governatore della Basilicata, è positivo che le Regioni abbiano fornito delle integrazioni su molti punti dei decreti. Stiamo ricevendo i dettagli, ma stiamo andando verso una convergenza.”
Delle affermazioni che per certi versi sembrano essere in contraddizione rispetto a quanto esposto dal governatore della Basilicata Vito De Filippo, che ha fatto sapere: “Se il governo dovesse decidere di prendersi ancora qualche giorno di tempo per trovare un punto di convergenza più ampio noi siamo disponibili a confrontarci, ma a oggi il parere dei governatori è sfavorevole.”
Rimane da chiarire quindi quale sia stato l’esito effettivo dell’incontro, ma un elemento è certo: non è possibile trascurare il ricorso alle ecoenergie, se vogliamo basarci sulla possibilità di uno sviluppo sostenibile a tutti gli effetti.
Le energie pulite costituiscono una parte importante della green economy, alla quale anche l’Italia dovrebbe puntare per un futuro ecosostenibile in tutto e per tutto.
Il punto della situazione
Per il Quinto Conto Energia adesso è arrivato il momento di affrontare la Conferenza Stato – Regioni. Il Governo, in accordo con le disposizioni stabilite dalle Regioni, dovrà prendere una decisione su eventuali modifiche legislative da apportare, in modo da poter salvare il settore del fotovoltaico che sarebbe in crisi a causa dei tanti temuti tagli degli incentivi. Tra l’altro il Governo deve fare il punto anche sulla situazione sul mancato rinnovo di alcuni bonus, come quello per la sostituzione delle coperture in amianto con i pannelli solari.
Decisa appare la posizione delle associazioni di settore, che vogliono che il Governo ritorni indietro su alcune decisioni. Ecco nello specifico che cosa ha detto Valerio Natalizia, Presidente GIFI-ANIE, richiedendo: “Un sistema virtuoso che diminuisce il valore dell’incentivo all’aumentare del volume delle installazioni è la strada da seguire. Ma se il Governo intende mantenerlo, almeno prevediamo un innalzamento a 200 kW della soglia di accesso.”
Alle dichiarazioni di Natalizia fanno seguito quelle di Paolo Rocco Viscontini, presidente e AD di Enerpoint, che ha spiegato: “I provvedimenti contenuti nelle bozze dei decreti ministeriali risultano restrittivi per lo sviluppo del mercato. Riteniamo indispensabile, quindi, che il Governo apporti delle sostanziali modifiche, in assenza delle quali si compromette la sopravvivenza di molte aziende del settore, con conseguenti ripercussioni negative sull’occupazione e sull’economia nazionale.”
Non dobbiamo dimenticare d’altronde che le energie rinnovabili in generale e il fotovoltaico in particolare rappresentano un settore essenziale per il nostro Paese anche per quanto riguarda lo sviluppo economico, uno sviluppo sostenibile.
Anche il Senato ha deciso di sostenere le Regioni, in modo che il Governo possa agire in tempi brevi ed emanare in via definitiva i decreti sulle rinnovabili e in particolare sul fotovoltaico. Le associazioni e le Regioni avevano chiesto al Governo di rivedere il sistema per la concessione degli incentivi sulle fonti rinnovabili, in modo da poter evitare tagli troppo pesanti, che potevano mettere in crisi il settore. Adesso anche il Senato si è impegnato a sostenere questa battaglia. A questo proposito risultano rilevanti alcune dichiarazioni rilasciate proprio dagli esponenti del Senato.
In particolare Francesco Ferrante, senatore del PD, ha affermato: “Il Governo non può non ascoltare le voci che si sono levate in questi giorni: il voto in Senato a larga maggioranza di ieri che ha certificato una volontà politica pro rinnovabili, il grido di allarme lanciato dagli Stati Generali delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, le posizioni dei sindacati, e anche un considerevole movimento di opinione pubblica, consapevole dell’importanza delle rinnovabili per migliorare la politica energetica del Paese”.
Il Senato si dichiara ottimista sul fatto che il Governo possa agire con discernimento ed arrivare a prendere quelle misure importanti per non mettere in difficoltà il futuro delle energie rinnovabili, che rappresentano davvero una risorsa preziosa in termini di sostenibilità ambientale.
L’efficienza energetica e un impatto ambientale minimo si possono avere solo puntando sulle ecoenergie e le forze politiche del nostro Paese non dovrebbero sottovalutare la questione nell’ottica di un futuro ecocompatibile.
Il Quinto Conto Energia desta ancora parecchie polemiche, perché da molti viene visto come un sistema di tagli alle energie rinnovabili in generale e al fotovoltaico in particolare. E’ proprio questa l’accusa che rivolge al Governo Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd. Secondo Franceschini i tagli potrebbero scoraggiare le aziende e gli investimenti nel settore, mentre il mercato avrebbe bisogno di stabilità e di trasparenza.
Franceschini ha scritto una lettera al ministro Corrado Passera. Ecco che cosa ha affermato nella lettera in questione: “I decreti ministeriali per l’incentivazione del fotovoltaico e per le altre fonti di energie rinnovabili appaiono carenti e discutibili ed hanno inevitabilmente sollevato le proteste degli operatori e le osservazioni delle Regioni. In particolare il Quinto Conto Energia, così come è stato proposto, sembra più una scorciatoia per tagliare le tariffe che il frutto di una strategia coerente e complessiva.”
Dario Franceschini ha ribadito l’importanza di adottare una strategia specifica per puntare all’efficienza energetica, in modo da garantire l’approvvigionamento energetico e la riduzione dei costi della bolletta sia per le famiglie che per le imprese.
La strada percorribile è quella di insistere sulle fonti rinnovabili, consentendo di raggiungere un doppio obiettivo: il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni.
Tutto ciò significa prendere veramente in considerazione la green economy e lo sviluppo sostenibile, strade maestre verso la protezione dell’ambiente e la crescita economica del nostro Paese.
Le proteste e le modifiche da apportare
Il 9 maggio un confronto con le istituzioni
A cura di Gianluca Rini
In occasione dell’apertura della fiera Solarexpo a Verona si terrà un confronto fra le associazioni del fotovoltaico e le istituzioni sul tema del quinto Conto Energia. Saranno riuniti i cosiddetti “Stati Generali” delle rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia. All’evento parteciperà anche il ministro Clini e inoltre saranno presenti le istituzioni del settore, il GSE e l’Autorità per l’Energia. Si discuterà su una questione piuttosto urgente, che è quella che riguarda i nuovi sistemi di incentivazione sia per il fotovoltaico che per tutte le ecoenergie.
Il confronto si svolgerà il 9 maggio a partire dalle 14:30. Le associazioni hanno dimostrato di volere arrivare a questo dibattito, infatti tutte le organizzazioni del settore hanno deciso di prendervi parte. Il fatto che questo evento sia collocato in prossimità di uno degli incontri fieristici più importanti al mondo in relazione all’energia solare indica un’apertura generale complessiva nei confronti di una questione che potrebbe mettere in crisi la green economy nel nostro Paese e con essa anche la sostenibilità ambientale.
Nell’ambito di questo contesto si parlerà anche di tutte quelle strategie che accompagneranno il passaggio ad un’economia low carbon. Tutte le associazioni nazionali hanno voluto partecipare, per dimostrare il loro impegno nella ripresa economica del settore e di tutto il Paese in generale.
Non dobbiamo dimenticare infatti che una ripresa economica non sarà possibile se non puntiamo sull’efficienza energetica che solo l’energia pulita è in grado di garantirci. La green economy rappresenta un punto di svolta fondamentale.
Le associazioni presentano un documento con le modifiche
A cura di Gianluca Rini
Sul quinto Conto Energia non ci stanno le associazioni del settore, le quali hanno deciso di presentare uno specifico documento, attraverso il quale richiedere al Governo che vengano apportate delle modifiche, in modo da evitare gli inconvenienti e i danni al settore delle rinnovabili derivanti dai tagli previsti per gli incentivi. Sono 22 le associazioni, che hanno deciso di partecipare alla realizzazione del documento condiviso. Fra queste associazioni di categoria delle rinnovabili possiamo citare Agroenergia, Anev, Anest, Assosolare, Chioto Club, Ater, Cib.
Le associazioni si sono riunite sotto il nome di Stati Generali delle Rinnovabili e hanno chiesto di portare la soglia degli incentivi fino a 7 miliardi di euro. Inoltre è stato richiesto di togliere l’obbligo per gli impianti fino a 200 kW dell’iscrizione al registro GSE.
Le associazioni hanno richiesto anche che venga reintrodotto l’incentivo amianto da 5 centesimi al kWh. Ma c’è anche di più, perché è stato chiesto anche di dare l’opportunità di accedere ai precedenti incentivi per tutti gli impianti in costruzione e di poter usufruire di un nuovo bonus UE.
In particolare quest’ultima possibilità si riferisce a quegli impianti che sono stati realizzati con un minimo dell’80% dei componenti provenienti dall’Europa. Per ciò che concerne il fotovoltaico a concentrazione è stato richiesto il bonus per l’innovazione tecnologica e per l’integrazione architettonica.
Le associazioni non hanno trascurato anche le altre energie rinnovabili, chiedendo una migliore distribuzione degli incentivi fra le varie fonti energetiche. Non resta che attendere la risposta da parte del Governo.
Quinto Conto Energia, le Regioni richiedono delle modifiche
A cura di G. Rini
La conferenza Stato-Regioni ha espresso il suo parere sul decreto sugli incentivi per il fotovoltaico. In sostanza le Regioni hanno scelto di rinviare l’esame dei decreti, perché vorrebbero che il Governo accogliesse le modifiche proposte. Ma quali sono queste richieste? Fra le richieste è stata prevista la reintroduzione del bonus per la bonifica dell’amianto dai tetti. Inoltre le Regioni hanno chiesto il rinvio all’1 ottobre della data per l’entrata in vigore del nuovo Conto Energia.
Delle richieste ci sono state anche per quanto riguarda i finanziamenti da mettere in atto. Le Regioni hanno chiesto di passare da 500 milioni di euro previsti ad 1 miliardo: si chiede quindi il raddoppiamento della quota, anche se si resta lontani dai 7 miliardi richiesti dalle associazioni.
Le Regioni hanno chiesto al Governo di apportare anche delle modifiche per quanto riguarda il registro degli impianti, in modo da escludere da questo registro gli impianti che hanno una potenza inferiore ai 200 kW.
Per molti aspetti le Regioni quindi possiamo dire che hanno accolto diverse richieste portate avanti dalle associazioni del settore delle fonti rinnovabili. Ecco cosa ha spiegato Massimo Giordano, assessore allo sviluppo economico e all’energia della Regione Piemonte e allo stesso tempo coordinatore della commissione Stato-Regioni: “I nostri enti sono convinti che la strada migliore sia quella di avviare una mediazione che porti ad una posizione che sia il più possibile condivisa tra gli Enti locali“.
Proprio per questo occorre che le proposte del Governo siano esaminate con attenzione, in modo da raggiungere una scelta condivisa sugli incentivi per le energie rinnovabili.
Si scatena la protesta contro i tagli al fotovoltaico
A cura di Gianluca Rini
Il quinto Conto Energia suscita le proteste da parte delle associazioni che operano nel campo delle fonti rinnovabili. Il taglio degli incentivi infatti non ha soddisfatto le aspettative del settore. Anie/Gifi ha chiesto che vengano modificati alcuni elementi del decreto. L’associazione ha chiesto dei provvedimenti che risponderebbero agli interessi collettivi. Intanto è stata organizzata una protesta a Roma in piazza Montecitorio, specialmente per tutelare il settore del fotovoltaico, che a detta dello stesso ministro Clini, è in grado di coprire il 35% dei consumi energetici dell’Italia.
Gli imprenditori che si occupano delle rinnovabili non sono disposti a scendere a patti con il Governo, soprattutto per due punti in particolare. Il primo è rappresentato dai sette miliardi di euro all’anno che erano già previsti per il quarto Conto Energia.
Il secondo punto è costituito dall’incremento della soglia minima di potenza, per poter accedere al registro del Gestore dei Servizi Energetici. L’unico elemento per cui è stato apprezzato l’intervento di Corrado Clini è il fatto di aver espresso in maniera chiara alcune dichiarazioni.
A questo proposito l’associazione Anie/Gifi ha affermato: “Ringraziamo il ministro per aver fatto chiarezza, una volta per tutte, puntualizzando che le rinnovabili diminuiscono in modo significativo il prezzo dell’energia elettrica (il 15 aprile è sceso a 35€/MWh contro i 72€/MWh) e ad aver sottolineato come sono il settore che nonostante la crisi ha conosciuto una crescita importante degli investimenti in ricerca e sviluppo“.
In ogni caso la protesta si farà sentire forte, se non vengono apportate le modifiche richieste.
Occorre che il Governo faccia chiarezza
A cura di Gianluca Rini
Sul Quinto Conto Energia c’è bisogno che il Governo faccia maggiore chiarezza, anche perché non tutti sono convinti che la bozza, di cui ultimamente si sono riscontrate tracce, sia un provvedimento ufficiale messo a punto dai ministri. In effetti bisogna sottolineare che il documento diffuso prospetta un sistema incentivante insostenibile per il settore del fotovoltaico in Italia, sia in termini di conservazione dei posti di lavoro che per ciò che riguarda la tutela degli investimenti sull’opportunità di sfruttamento dell’energia pulita a sostegno dell’ambiente.
Come ha spiegato Valerio Natalizia, presidente GIFI-ANIE: “Stento a credere che i ministeri competenti vogliano infondere panico nel mercato fotovoltaico facendo circolare bozze – diverse tra loro nei contenuti e nella forma – piuttosto che operare con responsabilità nei confronti di un comparto industriale, quello del fotovoltaico, che ad oggi ha contribuito concretamente allo sviluppo nel nostro Paese del mercato energetico, componente fondamentale di ogni sistema economico.”
E in effetti il fotovoltaico in Italia rappresenta un importante punto di riferimento per ciò che riguarda la possibilità di uno sviluppo sostenibile che veramente possa definirsi tale. D’altronde non bisogna dimenticare che per gli impianti fotovoltaici l’Italia potrebbe diventare la prima al mondo, un record da non sottovalutare e che può essere promosso proprio grazie agli investimenti.
Gli esperti chiariscono che tramite gli investimenti sul fotovoltaico si potrà arrivare ad un abbassamento dei costi per l’energia elettrica, riducendo anche le importazioni e avviandosi verso sempre più verso l’autosufficienza energetica.
Valerio Natalizia, presidente GIFI-ANIE, chiede che ci sia da parte del Governo una smentita ufficiale delle bozze in circolazione, in modo da poter avviare un processo di collaborazione per definire un Quinto Conto Energia che tenga conto delle opportune esigenze dell’industria fotovoltaica, volta anche alla competitività.
Il futuro, in termini di sostenibilità ambientale, è in mano alle ecoenergie e di conseguenza non si può continuare ad infondere incertezza su questo punto: è necessario agire con determinazione e con linearità. Un impegno che le autorità governative dovrebbero riuscire a garantire nel migliore dei modi.
Le dichiarazioni delle associazioni ambientaliste
Le dichiarazioni del WWF
A cura di Gianluca Rini
Sul quinto Conto Energia è intervenuto anche il WWF, che ha sottolineato la necessità di mantenere gli incentivi per le fonti rinnovabili di energia. In effetti da parte del governo c’è l’intenzione di apportare dei tagli netti agli ecoincentivi, non favorendo lo sviluppo sostenibile, unica strada possibile per la crescita economica del nostro Paese. D’altronde molti sono stati i risultati determinati soprattutto dal ricorso al fotovoltaico, specialmente per quanto riguarda la sostenibilità ambientale. Adesso invece si rischio di vanificare tutto a causa delle riduzione degli incentivi.
Per questo da parte del WWF è arrivata la seguente dichiarazione: “Gli incentivi per le rinnovabili vanno mantenuti e modulati sull’esigenza di tagliare (fino all’eliminazione completa) le emissioni di CO2 e di sviluppare l’economia del futuro, cioè la green economy, in Italia, non certo sulla necessità di tappare le falle di un sistema energetico distorto basato sui combustibili fossili”.
A pagarne le conseguenze sono soprattutto le imprese. Ma non bisogna comunque dimenticare che tutto il settore occupazionale è condizionato dalla possibilità di non potere fare affidamento sullo sviluppo ecocompatibile garantito dallo sfruttamento delle ecoenergie.
Il settore dell’efficienza energetica e delle rinnovabili costituisce una rilevante opportunità per il futuro. Il WWF è consapevole di tutto ciò. Proprio per questo fa appello alla politica, in modo che essa possa garantire tecnologie innovative e impianti in grado di favorire sia l’economia che il rispetto dell’ambiente. Non si tratta di dettagli, ma di aspetti da non sottovalutare.
L’appello degli ambientalisti alle Regioni
A cura di G. Rini
Le principali associazioni ambientaliste hanno preso di petto la questione del Quinto Conto Energia e dei tagli che il Governo ha deciso di apportare al settore delle rinnovabili. Legambiente, Wwf, Greenpeace, Kyoto club ed altre associazioni che agiscono per la salvaguardia dell’ambiente hanno deciso di scrivere alle Regioni, per convincere le autorità a prendere le dovute precauzioni contro la riduzione degli incentivi, che rischia di mettere in crisi il settore delle rinnovabili. Una vicenda che va ancora per le lunghe e che è rimasta impigliata nell’intrigo della burocrazia.
Un appello accorato per salvare il ricorso alle ecoenergie. Ecco che cosa ha dichiarato a questo proposito Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club: “La proposta governativa dell’obbligo dei registri anche per i piccoli impianti allunga i tempi e i costi rendendo impossibile ottenere un prestito bancario e quindi portando a una paralisi totale del settore. Se il problema è una riduzione del peso degli incentivi noi indichiamo una via alternativa che dà gli stessi vantaggi economici senza uccidere le energie pulite”.
Le associazioni a difesa dell’ambiente chiedono un sistema più flessibile, che possa consentire all’Italia di mettere in atto tutte le proprie potenzialità. Non dimentichiamo per esempio che l’Italia potrebbe diventare uno dei Paesi leader per ciò che riguarda i prezzi dell’energia solare rispetto a quelli assicurati dalle fonti tradizionali.
Sarebbe anche un modo per rilanciare l’economia del nostro Paese, facendo ricorso a tutte le opportunità garantite dalla green economy.
Il presunto coinvolgimento di Enel
I vertici Enel: “Occorre un piano energetico nazionale adeguato”
Ad esprimesi sul quinto Conto Energia sono stati anche i vertici di Enel, i quali sono convinti che vanno apportate delle modifiche sul sistema di incentivi alle fonti rinnovabili. Nonostante il ministro dell’ambiente Clini abbia rassicurato gli operatori del settore, rimane l’ostacolo rappresentato dal ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, il quale si è dimostrato favorevole ai tagli con l’intenzione di aggiustare le storture che in passato si sono avute nel campo degli ecoincentivi per le energie rinnovabili.
Intanto Paolo Andrea Colombo, presidente di Enel, ha dichiarato: “Gli effetti negativi di una programmazione sbagliata, che ha destinato al fotovoltaico incentivi importanti, sono evidenti. Se al 2011 sono stati 6 miliardi gli incentivi al settore, fino al 2030 si stima che il loro costo potrebbe arrivare a 130 miliardi di euro“.
Colombo ha anche sottolineato che Enel si aspetta una ridefinizione appropriata dei meccanismi incentivanti e la messa a punto di un nuovo piano energetico nazionale che possa definire delle strategie adeguate anche a lungo termine, in modo da far sviluppare la competitività.
Fulvio Conti, l’ad di Enel, ha affermato che è giusto apportare delle correzioni, ma si augura che gli incentivi per le fonti rinnovabili possano cambiare in meglio, per favorire lo sviluppo sostenibile di altri settori energetici, oltre a quello già ampiamente promettente del fotovoltaico.
Non manca di far sentire il suo parere Stefano Saglia, ex sottosegretario allo sviluppo economico, il quale ha dichiarato: “Si rischia di innescare un contenzioso con il quale si faranno del male tutti. Si dimentica che l’attuale sistema scadrà comunque a fine anno, dopo di che entrerebbe in vigore il meccanismo in stile tedesco che avevamo congegnato per consentire una discesa graduale ogni sei mesi, con un quadro certo fino al 2016“.
Il Governo: “Non c’è il coinvolgimento di Enel”
A cura di Gianluca Rini
Sul Quinto Conto Energia continuano ancora le polemiche, anche perché, dalla bozza diffusa di recente, in molti hanno pensato ad un possibile coinvolgimento di Enel nella questione. Enel sarebbe intervenuta addirittura nella redazione del nuovo Conto Energia. Il Ministero dello Sviluppo Economico intende spiegare che si tratta di una notizia falsa, del tutto infondata. È questo sostanzialmente il senso di una nota che è stata diffusa proprio dal Ministero.
D’altra parte anche Enel si era difesa al riguardo, smentendo tutte le voci che erano in circolazione sulla vicenda. Il tutto è stato oggetto di una specifica interrogazione parlamentare. In particolare Francesco Ferrante, senatore del Pd, ha fatto notare: “La bozza sta provocando una sensibile e fondata agitazione tra gli operatori, perché si configurerebbe l’ennesimo attacco al settore del fotovoltaico. Il solo sospetto che vi possa essere una influenza esterna nella stesura del documento non può che accrescere lo stato di tensione nel settore.”
Per il momento ciò che preoccupa gli esperti del settore è rappresentato dal calo degli incentivi per le energie rinnovabili, secondo una linea del Governo, che vuole considerare la questione nell’ambito di un contesto europeo di crisi economica.
Nello specifico si fanno sentire le preoccupazioni per i tagli agli incentivi per il fotovoltaico 2012, che minano anche lo sviluppo sostenibile nel nostro Paese.
Nel frattempo Enel ha anche avviato un’indagine interna a livello informatico, in modo da verificare se ci sono delle manipolazioni che farebbero risalire a dei collaboratori dell’azienda l’origine del file della bozza del Quinto Conto Energia.