Siamo nel vivo dell’autunno, eppure continua a fare caldo e a non piovere: la raccolta delle olive si effettua con la siccità e sotto al sole.
La raccolta delle olive, che solitamente inizia alla fine di settembre e si protrae per tutto l’inizio dell’autunno, quest’anno è iniziata in modo insolito. Caldo e siccità non allentano la presa, nonostante siamo entrati ormai nel vivo dell’autunno.
Gli agricoltori sono costretti a lavorare in condizioni particolari, in pantaloncini e maniche corte, e in più, in assenza di pioggia, il che non aiuta di certo la produzione.
Siamo a metà ottobre, ma il clima di metà giornata sembra quello estivo, con temperature che in certe zone d’Italia sfiorano addirittura i 30 gradi, permettendo a molti cittadini di trascorrere persino le giornate al mare.
Il fresco si avverte nelle prime ore del mattino e durante la sera, tuttavia, questo clima anomalo, e la persistente siccità, hanno avuto forti ripercussioni sulla produzione di olive.
Olive piccole, poco polpose, sapore non pienamente formato e raccolti limitati, sono i risultati del periodo di raccolta, non certo soddisfacenti. Si tratta di un fatto eccezionale, che ormai sta diventando sempre più un’abitudine, visti i cambiamenti climatici e le temperature medie in aumento.
La crisi climatica, di fatto, sta modificando gli equilibri dell’agricoltura, prolungando i mesi estivi, e poi annullando sempre più l’inverno, camuffandolo da un lungo autunno.
C’è chi esulta per questa condizione, soprattutto gli amanti del caldo e del mare, ma c’è poco da gioire. Il surriscaldamento climatico sta trasformando i paesi del sud Europa in paesi tropicali, ponendo in squilibrio tutti i passaggi della natura che hanno fatto dell’Italia il territorio con maggiore biodiversità e con i migliori prodotti agricoli del mondo, sinonimo di eccellenza e di qualità.
Purtroppo, se si continua così, saremo destinati a perdere tutto quanto. Le temperature sopra la media e l’assenza di piogge spostano le date della campagna olivicola. Qualche decennio fa, novembre era il mese delle olive, oggi la raccolta si affronta ad ottobre.
A causa della siccità, le olive si seccano prima e cadono dall’albero. Ci sono agricoltori che persino hanno rinunciato alla raccolta, perché le olive sugli alberi sono piccole e insapori.
Naturalmente, un raccolto magro ha un certo effetto sui mercati. Quelle poche olive buone raccolte sono vendute a prezzi maggiorati. Gli agricoltori devono rientrare della spesa, la domanda dei consumatori aumenta, ed ecco l’incremento sul prezzo di vendita.
Se oggi acquistiamo una bottiglia di olio d’oliva a un prezzo maggiore rispetto agli anni passati, entro la fine del mese potrebbe esserci l’impennata.
Secondo gli esperti, infatti, data la prima parte del raccolto, davvero misera, insorgeranno grossi problemi di produzione per tutto l’autunno. Si ipotizza che un litro di olio d’oliva non scenderà sotto i 10 euro, contro una media di 8,7 euro di media.
Ma non solo, perché si prevede che entro il 2024, l’olio potrà giungere al prezzo assurdo di 15 euro.
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