Gli eventi climatici estremi che si stanno verificando mettono a dura prova gli agricoltori, il cui raccolto viene distrutto da siccità o grandine.
Le cose non stanno andando bene per gli agricoltori quest’anno, ma purtroppo non sono andate bene neanche l’anno scorso e quello precedente ancora. A contribuire a questa situazione è principalmente quello che viene definito cambiamento climatico, cioè l’insieme di variazioni e modificazioni che il clima sta subendo a causa di fattori naturali e, soprattutto, artificiali, cioè indotti dall’uomo.
A partire dall’industrializzazione di massa iniziata circa 2 secoli fa, l’uso massivo di combustibili fossili ha fatto sì che nell’atmosfera si siano riversate sostanze dannose che hanno provocato l’effetto serra. Quest’ultimo è stato causa del surriscaldamento globale: lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dei mari, ma anche fenomeni climatici estremi come grandinate o siccità diffusa, ne sono frutto.
E proprio questi due ultimi fattori stanno comportando enormi difficoltà per gli agricoltori: da una parte la siccità che rende difficile irrigare i campi e ottenere raccolti consistenti; dall’altra grandinate violente che distruggono i raccolti dopo mesi di lavoro, con ingenti perdite economiche. Al nord Italia questa situazione è più tangibile che mai: lo scorso 21 luglio, infatti, una violenta grandinata ha colpito l’area di Melzo, in provincia di Milano.
La testimonianza di un imprenditore agricolo ha confermato la situazione di emergenza degli agricoltori. Davide Cerani, che lavora nell’azienda di famiglia, ha visto il proprio raccolto di mais distrutto e ha calcolato una perdita di almeno 50mila euro, cui vanno sommati tutti i soldi spesi in fase di semina e irrigazione del mais. Anche le strutture di stoccaggio del mais sono state danneggiate dalla grandine, mentre lo scorso anno è stata la siccità a creare problemi.
Un po’ come sta succedendo al sud Italia, ove non solo imperversano incendi nelle campagne di Sicilia, Puglia e Calabria, ma è anche difficile irrigare le coltivazioni a causa della mancanza d’acqua. Ai fattori climatici vanno poi a sommarsi gli atti vandalici perpetrati dall’uomo: pensiamo ad esempio all’individuo che è stato colto in flagrante mentre tentava di appiccare un incendio, o alle infiltrazioni criminali che distruggono le coltivazioni di ulivi in Puglia.
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