La minaccia del nucleare, in particolare quella delle radiazioni che possono arrivare fino a noi, è ancora in corso. Nonostante dallo scorso anno la soglia di allarme si sia è abbassata
Con l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, la cui data risale al 22 marzo 2022, la minaccia del nucleare è tornata in auge. Gli esperti hanno sottolineato che anche nel caso di esplosioni delle centrali nucleari attive in territorio ucraino non si sarebbe arrivati alle punte toccate 34 anni fa con l’incidente di Chernobyl. Nonostante ciò, si è creata una psicosi collettiva di paura delle radiazioni nucleari. Fortunatamente fino ad ora non ci sono stati danni visibili, ed il livello di allarme si è leggermente abbassato.
Tuttavia ciò non toglie che un qualunque incidente nucleare, anche nella vicinissima Francia o Germania, paese che sta cercando di dismettere le sue centrali, possa accadere. E la popolazione si chiede cosa fare in caso di incidente.
Ovviamente si deve fare un distinguo, tra chi si trova in prossimità stretta delle radiazioni, e chi invece può subire un contraccolpo secondario. Esse vengono trasportate facilmente nell’aria attraverso il vento, e viaggiare per centinaia di chilometri. In Italia esiste un piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche nucleari. All’interno del quale sono presenti dei suggerimenti da attuare in caso di minaccia. Gli aggiornamenti sono continui. In Italia il rischio che si possano avere delle ripercussioni gravi date dalle radiazioni è piuttosto lontano, dato che nel nostro paese, almeno per un po’, non sono presenti centrali nucleari. Nonostante ciò, nel caso in cui si dovesse attivare l’allarme di possibili nubi radioattive, si possono prendere delle misure preventive per essere al sicuro.
Ci si occupa di radiazioni e nubi radioattive, consiglia, nel caso in cui venga lanciato l’allarme, di chiudersi in casa come prima cosa. I muri bloccano l’ingresso delle radiazioni. Inoltre evitare di stendere i panni all’aria aperta, e farsi immediatamente la doccia dopo che si è tornati a casa, se si è usciti fuori. I sistemi di ventilazione che comportano uno scambio di aria tra interno esterno, come ad esempio i condizionatori, dovrebbero rimanere spenti. In via del tutto precauzionale il consiglio di rimanere in casa è limitato a due giorni. Evitare per un po’ di tempo di consumare cibi come frutta, verdura o carne derivanti dai Paesi in cui l’esplosione è stata attiva. Il blocco della circolazione è limitato alle aree nel raggio di 30-50 km dall’esplosione.
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